Torna a parlare in un’occasione pubblica l’ex deputato Giuseppe De Mita e l’argomento è inevitabilmente quello delle Regionali. “In Campania per allearsi serve un progetto politico che faccia vincere, ma soprattutto governare”, dice l’avvocato secondo il quale Vincenzo De Luca “può anche essere stato il migliore, ma tutti i cittadini campani hanno ancora qualcosa da chiedere. Tutto si risolve nella proposta di quel che potrà essere. Non siamo qui a garantire il continuismo, servono ragioni profonde per stare insieme. Il percorso – spiega – è solo all’inizio. Serve però un salto di qualità, altrimenti tutte le contraddizioni esploderebbero il giorno dopo il voto”.
Parole che confermano i dubbi sulla collocazione dei popolari demitiani alle prossime elezioni, a quanto pare ancora non del tutto definita. Un mese fa a Nusco lo zio, Ciriaco De Mita, aveva duettato col governatore uscente facendo trapelare una rinnovata sintonia, frutto di rassicurazioni su ulteriori fondi destinati all’Alta Irpinia. Ma la strada verso le urne è spesso lastricata di buone intenzioni che possono lasciar spazio ad altri ragionamenti. Questo sembra di capire dalle dichiarazioni di Giuseppe De Mita, che non chiude a possibili altre alleanze. Del resto nel 2015, 48 ore prima della presentazione delle liste, i demitiani siglarono il cosiddetto Patto di Marano con il quale garantirono la vittoria alle Regionali a De Luca e di conseguenza la sconfitta dell’ex alleato Stefano Caldoro.
“Nella costruzione di questo soggetto politico autonomo (i popolari, ndr) dialoghiamo con tutti coloro che ne hanno voglia. A sinistra come a destra. Perché sarebbe un errore mettersi di traverso al sentimento di paura che alimenta l’elettorato della Lega, al contrario dobbiamo porci in una posizione di comprensione. Se si costruiscono le condizioni per un dialogo credo sia un bene, in alternativa potremmo presentarci da soli, ma non giocheremo sul mercato delle candidature o degli accordi. Non siamo in una posizione mercantile, vogliamo segnalare alle altre forte politiche l’esistenza di una posizione che cerca rappresentanza nella pubblica opinione”, chiosa.