“Probabilmente questa assemblea cambierà rappresentanza, io concorrerò perché si cambi. Quindi quella sul comitato dei sindaci dell’area pilota è una discussione da fare in altro tempo“. Messa così, la frase di Ciriaco De Mita significherebbe solo una cosa: il sindaco di Nusco non si ricandiderà alle amministrative di primavera. Ma c’è quel probabilmente. C’è ancora molto tempo prima della scadenza, un mese e mezzo, e l’ex premier può ripensarci. C’è soprattutto un percorso di cui si è discusso ieri al tavolo del progetto pilota: percorso da avviare dopo un anno di lavoro e scontri, quello sull’azienda forestale dell’Alta Irpinia. Insomma, De Mita ha parlato ma in questo caso nulla è scontato. Lo sanno bene anche i sindaci che hanno chiesto un comitato, una giunta all’interno del progetto pilota oppure trasparenza e risultati. Alla sollecitazioni di Luigi D’Angelis, De Mita replica secco: “Non è all’ordine del giorno“. Alle osservazioni di Rosanna Repole sul modello di governance risponde con uno sguardo duro. In realtà De Mita aveva voglia di chiudere dopo 8 mesi la partita a scacchi sulle foreste, questo era abbastanza chiaro. E forse non riteneva opportune polemiche interne davanti al partner dei sindaci.
Il partner è Enrico Borghi, che prima era a capo della strategia aree interne: quella nazionale. Oggi arriva in Alta Irpinia come presidente di Montagne Italia, fondazione che accompagnerà le comunità nelle varie tappe del progetto boschi. Vale 10 milioni di euro quel progetto, almeno potrebbe valerli con accessi a Psr e misure varie. Che succede ora? Ci sono le europee, le amministrative in vari comuni, da Nusco a Bisaccia. Facile immaginare un momento di standby. Difficile immaginare una nuova struttura di governo nel progetto pilota prima dell’estate.
Ma per Repole sono auspicabili “risultati prima della fine del mandato regionale“. Per Calabritto è necessario “un discorso sulle risorse idriche da inserire nel capitolo su forestazione e quindi ambiente“. Ovviamente spunta la parola turismo qua e là. Sempre Repole, soddisfatta della presenza di Borghi, constata che “se tutti avessimo avuto maggiore consapevolezza avremmo registrato una maggiore presenza“. Meno di dieci gli amministratori presenti. Per D’Angelis “la sede di tutto deve essere l’assemblea”. E’ l’auspicio futuro. “Non siamo stati capaci di introdurre una struttura amministrativa. Noi dobbiamo praticare la trasparenza come metodo. Rendere visibile il lavoro che facciamo (IrpiniaPost lo dice da 3 anni, ndr). Va riproposto il metodo avendo tutti a cuore il risultato“.