‘Rifugiati a Nusco, Bagnoli e Castelfranci’, la proposta del dirigente scolastico

Nel pieno del dibattito su profughi e rifugiati arriva la proposta del professor Luciano Arciuolo, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo nei Comuni di Nusco, Bagnoli Irpino e Castelfranci. Con una lettera pubblicata sul sito Palazzotenta39, Arciuolo lancia l’appello alle tre amministrazioni. Diverse e dettagliate le motivazioni. Con tanto di piano economico allegato. Ma la sua è una proposta che supera l’accoglienza in senso stretto e che fa leva anche sulla desertificazione all’interno dei paesi.

Queste le premesse:

Le Scuole presenti nei Comuni in indirizzo registrano sempre meno iscritti e perdono “pezzi” di anno in anno (dal prossimo mese di Settembre chiuderà la Scuola Primaria di Ponteromito), a causa dello spopolamento delle nostre zone.

La cosiddetta “crisi dell’immigrazione” degli ultimi anni, a parere dello scrivente, non può considerarsi un fenomeno passeggero ma destinato a perdurare, se non ad aggravarsi, nel medio periodo. Far finta di non vedere e girare la faccia dall’altra parte non solo è moralmente inaccettabile ma non contribuisce in alcun modo alla soluzione del problema.

I Comuni, se non intervengono ad esempio attraverso la rete dello Sprar, potrebbero essere posti davanti a fatti compiuti, come la creazione di Cas (Centri di Accoglienza Straordinari), ad opera di privati e autorizzati direttamente dalla Prefettura (l’adesione allo Sprar esclude la nascita di Cas nel Comune).

I tre Comuni dispongono di un patrimonio edilizio largamente inutilizzato e destinato a degrado e fatiscenza. L’adesione allo Sprar offre ottime prospettive, non solo dal punto di vista del ripopolamento delle nostre contrade ma anche dal punto di vista economico ed occupazionale, tenuto conto che l’ospitalità di 10 profughi genera un finanziamento di circa 120.000 euro l’anno (50 rifugiati significano 630.000 euro l’anno), soldi che, contrariamente a quanto afferma certa propaganda razzista, non vanno ai migranti ma alle comunità (Comuni o Associazioni) che li ospitano.

Le esperienze simili, già sperimentate in realtà affini alla nostra, hanno generato non solo buone pratiche di integrazione ma anche ripopolamento, reddito, posti di lavoro.

E la proposta: 

Si propone l’adesione dei rispettivi Comuni alla rete Sprar, per il numero di profughi che riterranno più congruo, partecipando ai relativi bandi. All’uopo fa presente che, da indagini condotte, sul territorio esistono già sia le professionalità che le strutture adeguate all’ospitalità. A disposizione per eventuali chiarimenti ed iniziative comuni – conclude Arciuolo – il sottoscritto porge distinti saluti.

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