Rifugiati, spopolamento, crisi. C’è connessione?

Sant’Angelo dei Lombardi paese dell’accoglienza e ora anche della protesta. L’obiettivo di un neonato comitato è ottenere chiarimenti sulla presenza dei rifugiati politici. Si chiedono i costi sostenuti dal Comune e i reali benefici dell’operazione, gli svantaggi, la posizione delle cooperative. C’è anche paura per i possibili ricongiungimenti familiari in loco. 

Ma con uno spopolamento spaventoso – fenomeno di Sant’Angelo, fenomeno provinciale, fenomeno delle aree interne di mezza Italia – è più di una comunità a nutrire forti dubbi verso il sistema dell’accoglienza.

Un sistema diverso a seconda delle varie realtà provinciali: a volte si tratta di profughi, nel caso santangiolese di richiedenti asilo con i controlli ministeriali del caso. E’ abbastanza facile unire i puntini tra sindaci che non intendono allargare le porte (Pietradefusi), altri che criticano una palese assurdità (gli africani portati a Bisaccia da un privato e fuggiti nella notte), gruppi che convocano un’assemblea pubblica in palese contrasto con le scelte politico-amministrative di una maggioranza consiliare (è appunto il caso di Sant’Angelo).

In Irpinia esistono motivazioni comuni contro la presenza dei migranti o contro chi gestisce il loro soggiorno. In sintesi:

C’è crisi e spopolamento, pensiamo prima ai nostri giovani. 

Non è concepibile che lo Stato, si chiami Sindaco o Prefettura, imponga oneri alla cittadinanza che già non se la passa bene a esclusivo vantaggio di pochi operatori, mettendo anche a rischio la cittadinanza stessa.

Non abbiamo strutture idonee, anche i profughi sono allo sbando.

Motivazioni che in qualche caso hanno un fondamento, mentre in altri appaiono decisamente deboli. Dopo esperienze di mesi o di anni non si capisce infatti quali problemi abbiano avuto i cittadini irpini da profughi e rifugiati. Non risultano denunce, segnalazioni, arresti delle forze dell’ordine. A Flumeri sembra che alcuni africani volessero salire su un autobus senza biglietto pretendendo un cambio di tragitto, episodio non certo clamoroso. Qualche tensione altrove. Serino, Bisaccia, migranti in strada a protestare contro le condizioni di vita. Situazioni risolte pacificamente e senza conseguenze da poliziotti e carabinieri.

E’ poi veramente arduo stabilire una correlazione tra la presenza di africani o mediorientali e la crisi economica o sociale che stiamo vivendo da queste parti. A volte gli stranieri diventano anche alibi. Me se una provincia non riesce a risollevarsi nonostante le sue risorse variegate (acqua, terra, borghi, industrie) non è sicuramente colpa dei migranti o di chi si occupa di loro. Questi sono davvero un ostacolo allo sviluppo?

Ancora. Da quello che abbiamo potuto osservare gli operatori lavorano. E tanto. Non diventano ricchi e non fanno del male. Non sta a noi giudicarne la competenza, ma è innegabile che ci sia un buon supporto in moltissimi casi. In definitiva, con la presenza dei rifugiati non è chiaro cosa venga tolto alle comunità in termini di opportunità e vivibilità.

Venendo nello specifico alla vicenda santangiolese una domanda nasce spontanea. L’energia messa in campo contro l’accoglienza dei rifugiati è stata utilizzata per difendere un Tribunale? Ecco, se a Sant’Angelo dei Lombardi dovessimo cercare la causa che abbia intaccato pesantemente e forse per sempre il tessuto socio-economico del paese non troveremmo difficoltà alcuna. La causa è sicuramente la chiusura del presidio giudiziario, lo diciamo senza paura di smentita. Altro che rifugiati! Ma davanti al Palazzo di Giustizia avellinese, ultima chance per Sant’Angelo, erano in sei da Sant’Angelo e in 30 dall’intera Alta Irpinia. Non erano giovani e neanche forti, forse avrebbero avuto bisogno di maggiore supporto popolare.

D’altro canto episodi come quello di Bisaccia, con 25 africani quasi deportati da Napoli al Formicoso in una notte di maggio, vanno sempre raccontati, evidenziati e stigmatizzati. Così come vanno portati alla luce degrado e malaffare, episodi di insofferenza ingiustificata da parte degli immigrati o le lacune di chi gestisce. Stesso discorso per situazioni come quella di Teora, inadempienza di una cooperativa e poi chiusura del centro.

Riteniamo che in assenza di condizioni abitative idonee un amministratore abbia il diritto chiudere le porte di un Comune, anche e soprattutto a beneficio degli stessi “ospiti”. Ma che quando si possa riempire di vita una struttura vuota non ci siano tante ragioni per dire di no. Pensiamo che esista la buona accoglienza e quella pessima. Ottima non lo sarà mai, per evidenti ragioni legati al percorso tormentato di chi fugge dalla tragedia e arriva in un Paese in difficoltà.

Detto questo, sarà interessante capire come si porrà la comunità di Sant’Angelo sabato prossimo alle 18.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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