“Parlare meno di ospedali e più di cura della persona”. Questa la sintesi della conferenza stampa organizzata questa mattina dai firmatari del manifesto sulla sanità irpina diffuso ieri da un gruppo di intellettuali. Firmatari che, spiega l’ex direttore della redazione avellinese del Mattino Generoso Picone, “sono membri dell’associazione Controvento, operatori sanitari, professionisti, politici e amministratori presenti e passati, docenti universitari che purtroppo non operano qua, e tanti altri. Un manifesto redatto per fare sintesi, non il manifesto di Controvento ma di tutti coloro hanno a cuore il tema della dignità del nascere, vivere e morire in Irpinia mettendo al centro la cura della persona”.
Le proposte sono diverse e toccano più aspetti (leggile qui): dal potenziamento dell’assistenza domiciliare, con una migliore interrelazione tra azienda sanitaria, residenze sanitarie assistite e piani di zona, alla ritrovata centralità della medicina di base e territoriale, passando per un maggiore spazio per la ricerca scientifica. “Temi marginalizzati negli ultimi decenni nei quali si è parlato solo di ospedali – sottolinea Picone -. Tutto il dibattito è stato sulla difesa delle strutture ospedaliere, si è fatto battaglia con foga, ma ciò ha annullato ogni possibilità di disegno di ciò che doveva essere la sanità in Irpinia”.
La provincia di Avellino resta area marginale con una popolazione molto anziana. Una provincia nella quale si agisce pure lentamente. “Noi qua il sindaco di Avellino proponeva di attrezzare a covid hospital l’ex Maffucci, cosa che avrebbe richiesto anni, e al Moscati si allestiva la palazzina Alpi, nelle altre province campane nascevano interi ospedali dedicati”, commenta l’ex amministratore avellinese Antonio Gengaro.
Sullo sfondo, ma neanche troppo il ruolo della politica. “Il pubblico è il luogo in cui deve risiedere la gestione della sanità, da diversi però la politica è entrata nella gestione, nelle scelte, lottizzando a ogni livello“, aggiunge Picone. Mentre Ugo Santinelli chiosa: “Abbiamo fatto uno sforzo di analisi che cade alla vigilia dell’arrivo dei fondi europei e pertanto la Giunta regionale dovrebbe programmare ridisegnando la sanità regionale tenendo conto pure di queste riflessioni”.