Venerdì scorso un momento toccante. Dai mezzi messi a disposizione dalla rete Prefettura-Protezione civile scendono pochi adulti e diversi bambini, dai 6 ai 15 anni. Valigioni e speranza, quella di trovare la pace lontano da casa, dall’Afghanistan dei talebani e delle bombe. Hanno trovato alloggio nel centro storico, che a Sant’Angelo dei Lombardi ospita già altri rifugiati politici.
Dieci in tutto, vaccinati e negativi, molti di loro potrebbero già iniziare a breve il percorso che li porterà a scuola. Pagine di accoglienza. C’era il vescovo, il parroco, il capitano dei carabinieri, il sindaco, le associazioni come la Croce rossa. Nessuno è rimasto indifferente, come la volontaria che ha preso per mano due bambine e le ha accompagnate verso il saluto di benvenuto.
“Siete i benvenuti e qui siate protagonisti della vostra vita”, ha detto il vescovo Pasquale Cascio. “Non vi faremo sentire soli”, ha ricordato il sindaco Marco Marandino. “Vogliamo sempre saldare il debito di riconoscenza che dal momento del terremoto abbiamo. La solidarietà davanti a tutto”, dichiara la consigliera provinciale Rosanna Repole.
Un padre di famiglia parla un buon italiano, del resto questa è gente che tra Kabul ed Herat è stata vicina ai nostri militari e all’Ambasciata. Le ragazzine masticano un buon inglese. Per loro comincia una nuova vita. Dopo Fontanarosa e Santa Paolina, Sant’Angelo è il terzo comune della provincia di Avellino ad accogliere i nuovi rifugiati. La Prefettura sta valutando le richieste di altre comunità e soprattutto sta verificando qualità e dislocazione degli alloggi messi a disposizione.