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Sarno e Quindici, cosa è cambiato a venti anni dalla tragedia

Venti anni fa una vasta colata di fango causava la morte di 160 persone nei comuni di Sarno, Siano, Bracigliano (in provincia di Salerno) e Quindici (Avellino). Nel giorno del ventesimo anniversario da quella tragedia, il Consiglio Nazionale dei Geologi, l’Ordine dei Geologi della Regione Campania e l’Associazione Italiana di Geologia Applicata organizzano il convegno “20 anni dopo Sarno: cosa è cambiato” che avrà luogo sabato 5 maggio dalle ore 9:00 alle 18:00 al Grand Hotel di Salerno (Lungomare Clemente Tafuri, 1).

A venti anni di distanza dagli eventi alluvionali di Sarno, l’incuria e la cattiva gestione del territorio determinano ancora oggi una situazione di rischio idrogeologico molto grave nel nostro Paese”. Ad affermarlo è Lorenzo Benedetto, Coordinatore Commissione Difesa Suolo del Consiglio Nazionale dei Geologi che spiega: “Ogni qualvolta si manifestano precipitazioni intense, peraltro sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici in atto, si determinano fenomeni franosi e alluvionali che, impattando con le aree antropizzate, determinano la distruzione dei beni e spesso anche vittime. Per questo motivo – continua Benedetto – occorrerebbe investire molto di più in azioni di prevenzione in modo da ridurre al minimo gli interventi in emergenza. Le risorse per gli interventi strutturali sono insufficienti e spesso vengono utilizzate anche male, nonostante gli sforzi di semplificazione e razionalizzazione del sistema da parte di ItaliaSicura. Pertanto, dovremmo puntare anche sugli interventi non strutturali, ad esempio attraverso l’attivazione dei presidi territoriali sull’intero territorio nazionale, valorizzando proprio l’esperienza che fu avviata nelle zone interessate dagli eventi alluvionali del 1998, in modo da garantirne l’operatività non soltanto nelle fasi emergenziali, ma soprattutto in ‘tempo di pace’, quando si potrebbe fare meglio e molto di più in termini di previsione, prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico” conclude il geologo.

 

Nel corso del convegno, si affronterà il tema del rischio alluvioni e frane nel nostro Paese oltre a quello della politica di gestione e mitigazione del rischio idrogeologico. “Venti anni dopo Sarno la geologia, nonostante la sua esponenziale evoluzione tecnica e scientifica anche con l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati, non ha il ruolo che merita nella prevenzione e gestione del territorio”. Così Francesco Russo, ex Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania che prosegue: “La consolidata consapevolezza dei media e dei cittadini del ruolo del geologo non trova uguale riscontro nelle istituzioni: norme e leggi alla prima occasione relegano il professionista geologo in un ruolo secondario nonostante sia l’unico in grado di leggere il territorio e le sue evoluzioni”. “Per questo e per tante altre ragioni – commenta Russo – vogliamo misurarci nel convegno di Salerno per far valere il concetto che le cicatrici del territorio possono e devono diventare il palinsesto del futuro”.

 

Al convegno “20 anni dopo Sarno: cosa è cambiato” parteciperanno: Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Maria Guadagno, Presidente dell’Associazione Italiana di Geologia Applicata e Ambientale ed Egidio Grasso, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Campania. Saranno presenti: il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, il sindaco di Sarno e Presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora, il Vice Presidente della Regione Campania con delega all’Ambiente e all’Urbanistica, Fulvio Bonavitacola e gli onorevoli Luigi Casciello (FI), Federico Conte (LEU), Piero De Luca (PD) e Angelo Tofalo (M5S). Parteciperanno inoltre Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, Fausto Guzzetti, Direttore Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Tino Iannuzzi, ex Vicepresidente Commissione ambiente e territorio della Camera dei Deputati e Gabriele Scarascia Mugnozza, Presidente della Commissione Grandi Rischi, insieme ad altri scienziati ed esperti del settore.

foto da centrometeo.com

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