Seggiovie Laceno, Giannoni: ‘Dal sindaco inutile prova di forza’

Continua il botta e risposta tra Comune di Bagnoli e società Giannoni, concessionaria delle seggiovie del Laceno. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che dà ragione agli amministratori bagnolesi e stabilisce la fine della concessione imponendo lo sgombero delle aree da parte dei privati, quest’ultimi replicano alle parole di soddisfazione del primo cittadino Filippo Nigro.

LA NOTA – Il Sindaco di Bagnoli esprime la sua soddisfazione per l’esito del giudizio svoltosi dinanzi al Consiglio di Stato, non sottolineando peraltro che l’esito favorevole al Comune è dipeso da un fatto meramente processuale, ossia dalla mancata impugnazione tempestiva della nota sindacale 5 settembre 2000, che tuttavia è atto certamente illegittimo per incompetenza del sindaco di allora, come la stessa sentenza pone in evidenza. La scadenza della concessione dipende, quindi, da un atto illegittimo: il comune non ne dovrebbe andar fiero.
L’ordine di sgombero, che il comune ha recentemente notificato alla Società Giannoni, ha propri ed autonomi profili di illegittimità: non tiene conto che alcuni dei beni ivi indicati sono di proprietà della Società, e non basta certo un atto di sgombero per farli acquisire al Comune. In via più generale, va sottolineato che la scadenza della concessione non comporta automaticamente la restituzione dei beni, dato che sussistono clausole giuridiche di segno contrario.
A prescindere dagli aspetti giuridici, l’azione del Comune è di difficile comprensione, dato che la Società Giannoni si è più volte impegnata a mettere a disposizione del Comune i terreni dove dovrà sorgere (ma quando?) il nuovo impianto di risalita. Il comportamento del sindaco ha determinato che gli attuali impianti non siano utilizzati, con danno per il turismo e per l’economia comunale; e tale situazione si protrarrà per tutto il tempo necessario per la realizzazione del nuovo impianto, promesso da lungo tempo, finora senza alcun risultato. Il sindaco, invece di contrastare l’opera della Società, che comunque era utile per il turismo del Laceno, avrebbe dovuto impegnarsi per abbreviare l’iter burocratico presso la Regione: l’ha fatto?
L’azione intrapresa dal Comune, in definitiva, si risolve in una inutile prova di forza che ha solo effetti negativi, non solo per la Società Giannoni, ma soprattutto per l’economia comunale

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