Luigi Simeone, Segretario Generale Uil Avellino
Nell’Agosto di quest’anno la Regione recupera e inserisce nella firma del “Patto per la Campania” la scelta strategica di una istituzione di una ZES (zona economica speciale) che sostanzialmente doveva insistere sulle aree portuali di Napoli e Salerno oltre che all’area della ex Nato di Bagnoli, e fin qui nulla da eccepire, se non fosse che in diverse occasioni istituzionali e pubbliche non avevamo posto l’attenzione sulla coerenza, tra le indicazioni in Valle Ufita di un polo strategico per la logistica nel mediterraneo, fino ad immaginarvi una stazione dell’Alta Capacità, e la mancata ipotesi di azioni di sostegno come appunto quelle derivanti dalla istituzione di una Zona Economicamente Speciale.
La sollecitazione per una maggiore attenzione alle zone interne, la introduzione in ultimo nel documento del Tavolo dello Sviluppo della rivendicazione di inserire anche Valle Ufita nella delibera già individuata per le aree Napoli-Salernitane, oltre che alla sensibilità della Regione hanno determinato le condizioni di un primo segnale di attenzione, per quella che riteniamo possa costituire una vera occasione per il territorio. Appare evidente che siamo solo ad un primo step, ancora la proposta dovrà essere recepita dal governo e posta in una legge ad Hoc che individui le azioni e innanzitutto le linee di intervento in coerenza con le quattro A della politica industriale contenute nel Patto per la Campania – Aerospazio, Agroalimentare, Automotive, Abbigliamento e moda– di cui almeno due insistono naturalmente già nel territorio Irpino. La considerazione già rilevata per il territorio da parte del Ministro De Vincenti ampiamente dimostrata per la IIA, unita alla pari attenzione del Ministro Del Rio per l’Alta capacità costituiscono un buon viatico per poter arrivare fino in fondo, ma il territorio deve rispondere con altrettanta capacità di fare sistema senza il quale anche la ZES rischierebbe di essere fatua.
(nella foto lo stabilimento di Pasta Baronia a Flumeri)
Le azioni di attrazione di investimenti e investitori anche stranieri, le agevolazioni fiscali e le facilitazioni previste dalle norme anche Europee sulla istituzione di Aree a legislazione speciale, sono indispensabili, ma devono essere accompagnate da azioni locali sinergiche affinché Scuola, Formazione, Infrastrutturazioni materiali e immateriali possano necessariamente convergere su linee di sviluppo che la legge dovrà individuare, per cui ogni azione e ogni investimento dovrà essere coerente con la strategia di filiera individuata per realizzare:
- una alta percentuale ( in altre realtà è 90%) di occupazione territoriale, con attenzione al reimpiego e alla formazione di destinatari di azioni di sostegni al reddito;
- la allocazione definitiva delle produzioni anche oltre l’arco temporale di valenza delle azione di sostegno della ZES;
- Una reale economia di scala delle filiere produttive in grado di sopravvivere alla fase straordinaria della ZES;
Occorre, pertanto, puntare a determinare le condizioni per uno sviluppo industriale in grado di creare, rilanciare e sostenere nel tempo un’economia, che non ha saputo sopravvivere autonomamente, una volta esauritasi la fase di sostegno del post terremoto.