Avrebbero meritato molto di più i circa trecento tifosi irpini rimasti a Varese tra mille disagi e difficoltà. Ma anche i tanti costretti a tornare a casa dopo aver percorso oltre 1500 chilometri senza neanche aver potuto vedere la partita al Franco Ossola, devastato da alcuni ultras del Varese in espressa contestazione con la propria società.
Non tanto una vittoria, nel calcio si sa, non sempre vince chi è favorito sulla carta (vedi anche Parma-Juventus di qualche giorno fa), quanto almeno un diverso atteggiamento in campo da parte dei calciatori bianco-verdi.
L’Avellino, in piena zona play-off, affrontava una squadra, il Varese, ultimo e ormai quasi matematicamente retrocesso in Lega Pro. Oltre al maggior tasso tecnico, dunque, la squadra del presidente Taccone avrebbe dovuto godere anche di un vantaggio dal punto di vista dello spirito e delle motivazioni. Dico avrebbe, perché in campo le posizioni delle due squadre sembravano invertite.
Nonostante il vantaggio di Trotta, infatti, l’Avellino aveva rischiato già in due occasioni di subire il gol, evitato solo da un grande Gomis, che poi nulla ha potuto sul tiro del neo-entrato Falcone, che ha sancito l’1-1 finale.
Contestazione Inevitabile, al triplice fischio, la contestazione dei tifosi irpini, con la squadra fischiata e allontanata mentre cercava di raggiungere il settore ospiti forse solo anche per scusarsi con i propri supporters. Da inizio campionato l’Avellino è stato sempre applaudito ad ogni fine partita, anche in occasione di sconfitta o di prestazione non proprio all’altezza. Ma questa volta gli ultras bianco-verdi proprio non ce l’hanno fatta a trattenere la rabbia, la delusione e l’amarezza per l’ennesima occasione fallita dai ragazzi di mister Rastelli.
Dimenticare Varese Dalla prima giornata del campionato l’Avellino non è mai uscito fuori dalla zona play-off e ha spesso recitato un ruolo da protagonista anche in ottica secondo posto, che avrebbe significato promozione diretta in Serie A. Svanito ormai questo sogno, l’obiettivo è adesso quello di dimenticare al più presto Varese e concentrarsi al meglio sulle ultime sei partite. Tre tra le mura amiche (Virtus Entella, Pescara e Trapani), altrettante in trasferta (Crotone, Bologna e Brescia). Sei finali che Castaldo e company dovranno affrontare con un atteggiamento diverso da Varese, per non vanificare, ancor più che nella passata stagione, quanto di buono fatto per più di un terzo del campionato.