«Non è possibile che chi è chiamato a operare quotidianamente al ripristino della legalità sul territorio venga sottoposto a vessazioni, dunque piena solidarietà al comandante dei Carabinieri di Solofra Giuseppe Friscuolo». Il segretario generale della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, commenta così lo scandalo intercettazioni che coinvolge il sindaco di Solofra Michele Vignola e l’ex senatore Pd Enzo De Luca, che come rivelato da Il Fatto Quotidiano.it avrebbero tramato nel tentativo di far rimuovere il comandante della stazione cittadina dei Carabinieri. «Se tutto quanto emerge dagli atti giudiziari depositati in Procura per l’inquinamento della falda acquifera dell’area solofrana, la classe politico-amministrativa di Solofra, dell’intera provincia di Avellino, ne esce molto male, anzi malissimo», prosegue Fiordellisi sottolineando: «A questo punto bene farebbero i politici, che non condividono questo agire, a prendere le distanze, in modo chiaro e netto da chi tenta di bloccare coloro che chiamati a fare il proprio lavoro e funzione, lo svolgono per il bene dei cittadini e delle comunità, in particolar modo per la legalità, l’ambiente e i diritti dei lavoratori e cittadini». Evidentemente, prosegue il segretario della camera del lavoro – «non possiamo parlare più di Irpinia come isola felice. Soltanto pochi giorni fa, i militari dell’Arma aveva svelato quella fitta rete criminosa che si era instaurata nel Mandamento Baianese, portando alla luce presunti comportamenti illeciti da parte di funzionari pubblici. Il paradosso della vicenda di Solofra è che anche in questo caso parliamo di un pubblico funzionario, nella fattispecie il comandante dei Carabinieri, che – sembrerebbe – sia stato al centro di una trama ordita contro la sua persona soltanto perché faceva il suo dovere». La Cgil – conclude Fiordellisi – «è assolutamente indignata: vedremo quale sarà il decorso delle indagini, ma quel che è certo è che la classe politica irpina ne esce male e che il rapporto cittadini-rappresentanti politici è destinato sempre più a incrinarsi. Anche per queste ragioni, i cittadini devono riappropriarsi della propria forza di eleggere i rappresentanti al Governo ai quali chiedere con nettezza risposte».
Destano dunque preoccupazione anche i recenti fatti che nel Baianese hanno portato all’arresto di 7 persone. Antonio Di Capua, segretario Fillea Cgil Avellino-Benevento, sostiene: «Le estorsioni, l’usura, la corruzione e tutti gli illeciti negli appalti pubblici al centro dell’indagine della magistratura nell’ambito dell’inchiesta Nuovo ordine di zona confermano quanto la Fillea Cgil di Avellino e Benevento denuncia da anni. Un sodalizio armato si era costituito nel mandamento imponendo agli imprenditori edili dei comuni della zona a sottostare alle loro richieste: preoccupa, in particolare, il fermo di un funzionario tecnico del Comune di Baiano, segno della commistione tra cosa pubblica e malaffare. Adesso – prosegue Di Capua – l’auspicio è che la giustizia faccia al più presto il suo corso ristabilendo legalità e trasparenza nei rapporti tra imprenditori e pubblica amministrazione. In questo particolare momento – conclude il responsabile Fillea – l’attenzione del sindacato sarà sempre più alta, ma tutti gli organi competenti sono chiamati a fare la loro parte. Convocare periodicamente un tavolo tecnico in Prefettura sarebbe una buona pratica».
Sulle questioni, interviene anche il responsabile nazionale Legalità Cgil, Luciano Silvestri: «I fatti accaduti in questi giorni nella provincia di Avellino sono inquietanti e rendono evidente come in questo il rapporto tra affari e politica si sia radicato in connubio di corruzione. Un vero e proprio cappio al collo che va reciso altrimenti comprometteremo il nostro futuro. La società civile e le organizzazione sindacali – conclude il referente nazionale Cgil – devono diventare baluardi di legalità. Il ruolo e le competenze».