“La soppressione delle Autorità di Bacino regionali ed interregionali priverebbe il territorio delle uniche strutture esistenti in grado di inquadrare la pianificazione. La legge che sta per essere approvata non rispetta appieno la direttiva europea”.
Lo dice il consiglio nazionale dei geologi, secondo cui la soppressione prevista priverebbe il territorio delle uniche strutture esistenti “in grado di inquadrare la pianificazione e, in generale, i processi della complessa dinamica dell’acqua e del suolo nell’ambito”.
Dinamiche che interessano da vicino l’Irpinia dell’acqua e delle sorgenti, che con il nuovo consiglio regionale attende chiarimenti e una rimodulazione del sistema.
Il Consiglio Nazionale dei Geologi ha espresso queste perplessità nella nota divulgata a margine dell’audizione svoltasi presso la Commissione Ambiente del Senato. “Il territorio nazionale è attualmente nella competenza delle Autorità di bacino di rilievo nazionale solo per il 37% della sua estensione – dichiara il CNG nella nota – mentre per il restante 63% l’assetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo è in capo alle Autorità di bacino interregionali e regionali.
Pur ammettendo inefficienze, ritardi organizzativi, conflittualità di competenze, non si può non riconoscere che oggi nel nostro Paese, l’attuale assetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo, che ha il suo perno fondamentale nelle Autorità di Bacino di rilievo Nazionale, Interregionale e Regionale, rappresenti un presidio tecnico fondamentale a tutela della residua integrità fisica del territorio”.
Si disattende anche la Direttiva Comunitaria per gli esperti. “L’assetto organizzativo delle istituende Autorità di Bacino Distrettuali, per come formulato nel testo di Legge in questione – ha continuato il Consiglio Nazionale dei Geologi – travisa i presupposti tecnici di adeguamento alla Direttiva Comunitaria 2000/60 a cui si richiama, e risulta essere funzionale più a logiche corporative e di interesse economico, piuttosto che alla efficacia del sistema”.
Il Consiglio Nazionale dei Geologi “chiede in prima istanza che la Difesa del Suolo venga stralciata nel suo complesso dalla proposta di Legge in questione. Restiamo convinti – ha concluso il CNG – che solo il controllo capillare del territorio, operato da tecnici specializzati (in questa direzione si muove la proposta di legge sul “geologo di zona” che abbiamo promosso ed attualmente all’esame del parlamento) possa garantirci il contrasto all’attuale insostenibile ed irresponsabile uso del suolo alla base delle tante catastrofi che siamo purtroppo chiamati a commentare quotidianamente. E siamo decisamente contrari a qualsiasi approccio emergenziale, ritenendo convintamente che solo la prevenzione in regime ordinario possa consentire di raggiungere l’obiettivo prioritario della messa in sicurezza del territorio evitando sprechi di risorse economiche e tecniche”.