L’undici dicembre del 2010 c’era la neve sul tragitto Avellino-Rocchetta. Fu un’impresa raggiungere il capoluogo partendo da Sant’Angelo dei Lombardi in auto. Ma era l’ultimo viaggio della tratta ordinaria e si doveva documentare la giornata. Sul treno c’erano persone che avevo sentito solo per nome allora, come il ferroviere-attivista Pietro Mitrione. Altre che conoscevo, il professore poeta Gaetano Calabrese intento a leggere le sue composizioni e a fumare il sigaro incurante di tutti. Altri che avrei conosciuto in seguito, il regista Michele Citoni. In testa al treno c’era invece un omone grosso grosso dal sorriso gentile. Passò quasi tutto il tempo a scattare foto con una bella compatta, che nelle sue mani sembrava minuscola. Si chiamava Agostino Della Gatta ed era quello di Irpinia Turismo, scomparso prematuramente pochi mesi fa. Agostino divenne poi un amico e un valido interlocutore sui temi del turismo in Irpinia.
Oggi una targa per Agostino è stata affissa nella stazione di Nusco, in occasione del terzo passaggio in Irpinia del treno storico di Fondazione Fs. Stazione rimessa a nuovo, emersa dal degrado. Ricordare Agostino è doveroso e un grazie lo merita innanzitutto Pietro Mitrione (nella foto). Ognuno avrà le sue motivazioni per ricordarlo. Per me Agostino Della Gatta rappresentava la parte razionale di quel grande movimento che ha pressato per la riapertura della tratta. Ma non solo. La sua razionalità lo portava ad analizzare quei pochi numeri che si possono analizzare sui flussi turistici in provincia di Avellino. A criticare tutto il sistema o l’assenza stessa del sistema. A tenersi lontano dalla retorica della bellezza in Irpinia. E dunque lo portava esclusivamente ad agire. Ecco. Questo aspetto, insieme alla sua passione per io luoghi, è l’insegnamento di Agostino Della Gatta nel terzo atto della nuova Avellino-Rocchetta. Qualcuno ha rimesso insieme i pezzi del treno. Che vanno conservati con impegno, cauto ottimismo, lavoro e pazienza. Senza la sensazione di aver vinto qualcosa, ma possibilmente senza quelle tendenze a distruggere che pure spuntano nel cuore degli irpini.
Alla stazione il treno arriva puntuale e stracolmo. La targa è sotto la bandiera dell’associazione InLocoMotivi. Il ricordo nelle parole di Mitrione che si commuove. E in quelle di Francesco Celli di Info Irpinia. “Quattro anni fa ci siamo ritrovati in dieci persone, abbiamo percorso la ferrovia a piedi per ricordare Miguel, un ragazzo che aveva perso la vita sull’Ofantina killer – dice Celli -. Sulle rotaie abbiamo trovato di tutto, i nostri calzoni erano strappati. Alla fermata di Campo di Nusco ci aspettava proprio Agostino, col caffè ed un bellissimo sorriso. Ha fatto tanto per il territorio e per la ferrovia. Insieme a Pietro è un esempio di lotta civile. Quattro anni fa non c’era niente e nessuno su questa tratta e lui stava là. Abbiamo colto l’essenza profonda di quest’uomo. Agostino parlava di turismo quando non c’era niente. Il turismo non è qualcosa di astratto, ha bisogno di cose concrete e il treno è uno di queste“.