E’ stato aggiornato al prossimo 28 ottobre il processo per la tragedia del viadotto Acqualonga sulla Autostrada Napoli-Bari. A luglio 2013 l’incidente all’altezza di Monteforte Irpino che costò la vita a 40 passeggeri di un bus, tutti originari di Pozzuoli di ritorno da una gita a San Giovanni Rotondo.
Nel corso della prima udienza, presieduta dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino, Luigi Buono, sono state presentate eccezioni preliminari da parte degli avvocati dei 15 imputati che dovranno rispondere, a vario titolo, di omicidio plurimo colposo, disastro colposo e di falso in atto pubblico. In aula i pm Adriano Del Bene e Cecilia Annecchini. Buono ha annunciato un “processo breve”.
Dodici dei quindici imputati, rinviati a giudizio il 9 maggio scorso dal Gup del tribunale di Avellino, Gianfrancesco Fiore, sono dipendenti o ex dipendenti della Società Autostrade per l’Italia, compresi l’ad Giovanni Castellucci e il dg Riccardo Mollo.
All’esterno del tribunale non sono mancati momenti di tensione per la protesta dei parenti delle vittime, secondo i quali in alcuni casi Autostrade per l’Italia avrebbe offerto denaro e posti di lavoro in cambio del ritiro dal processo (foto di repertorio).
LE DICHIARAZIONI DEL LEGALE DI AUTOSTRADE: “La posizione di Autostrade per l’Italia è in primis il massimo rispetto nei confronti delle vittime e dei loro parenti. Un rispetto che si è evidenziato e concretizzato da subito con una vicinanza concreta a tutte le famiglie. Ovviamente come sempre il massimo rispetto nei confronti della Magistratura. Ritengo però che non si debba perdere di vista il focus della vicenda e cioè una vicenda che si è verificata per un pullman che non avrebbe dovuto né potuto circolare. Aggiungo inoltre che le censure che vengono mosse agli esponenti di Autostrade attengono a delle scelte progettuali e a delle questioni tecnico-manutentive rispetto alle quali noi siamo certi di poter invece dimostrare l’insussistenza all’interno del dibattimento visto che si trattava di barriere moderne, di barriere idonee e di scelte manutentore assolutamente corrette. Oltretutto la singolarità di questo processo è che questo tipo di censure siano state mosse nei confronti dell’Amministratore delegato rispetto a dei profili tecnici che evidentemente sono estranei a quello che è il suo ruolo”.