L’udienza preliminare per quella che ormai è nota come la ‘Strage del Bus’ era prevista per questa mattina presso il Carcere Borbonico di Avellino ed ha fatto segnalare un nuovo nulla di fatto. Dopo la medesima decisione, incassata dai parenti delle vittime lo scorso luglio, oggi è arrivato un nuovo rinvio, questa volta al 22 ottobre. L’udienza del processo che dovrà accertare cause e responsabilità per la morte di 40 persone, dunque, continua a non vedere una svolta. Dei 15 imputati nessuno oggi era in aula, per loro le accuse vanno dall’omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso in atto pubblico ed omissione in atto pubblico. Come per l’ultima volta, il nuovo rinvio è stato causato da difetti di notifiche ad alcuni imputati. Il Gup del tribunale di Avellino, intanto, ha consentito il deposito di costituzione di parte civile ai familiari delle vittime riuniti nell’associazione “Vittime della A16” mentre fuori dal tribunale campeggiava lo striscione ‘No Patteggiamento’.
A spiegare le ragioni del rinvio c’ha pensato l’avvocato Filippo Romano, difensore di Giuseppe Bruno, che nell’incidente perse entrambi i genitori:” Ci sono stati nuovamente dei difetti di notifica. La novità è la costituzione di parte civile dei circa il 95% dei parenti delle vittime, solo poche parti hanno deciso di rinviare questa attività alla prossima udienza. Il giudice- ha aggiunto- ha dimostrato molta solerzia scegliendo il 22 ottobre come prossima data” L’avvocato ha anche spiegato come si è risolta la querelle tra le due associazioni che supportano i familiari:” L’una non si è costituita- ha chiarito – l’altra ha dichiarato di volersi costituire ma di voler rinunciare al risarcimento”. Il legale ha anche tradotto lo stato d’animo dei familiari: “E’ sempre lo stesso – dice – è una ferita che mai si chiuderà, per loro è come se non fosse passato neanche un giorno. E’ una condanna a vita”. “Oggi incassiamo un’altra sconfitta per i nostri angeli – spiega Giuseppe Bruno -. Vogliamo giustizia e non vogliamo fermarci. Speriamo che il 22 ottobre inizi davvero un processo. La prossima udienza è a breve tempo ma per noi ogni giorno in più è troppo”