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‘Strategia nazionale aree interne, servono altri sforzi’

La prima “uscita” pubblica in Irpinia del neo coordinatore della Strategia nazionale aree interne, Francesco Monaco, è un incontro virtuale. Effetti dell’emergenza covid. E allora il webinar promosso dai Giovani democratici provinciali per il successore di Fabrizio Barca e Enrico Borghi diventa occasione per fare un punto a poche ore dalla riunione del comitato tecnico nazionale.

“Inutile chiuderci nelle piccole patrie. La strategia nazionale aree interne in questi anni ha insegnato agli amministratori a coordinarsi e creare veri partenariati. Ora però il tempo per la sperimentazione è scaduto – dice -. A fine anno dobbiamo chiudere e fare un bilancio. E provare a capire se la sperimentazione può diventare politica strutturale. Abbiamo finalmente superato la stagione in cui si cambiava tipologia di programmazione a ogni cambio di governo”. 

Il cronoprogramma prevede la chiusura di tutti gli Accordi di Programma Quadro (APQ) entro dicembre 2020. Per l’attuazione ci sarà tempo fino a dicembre 2023, termine di scadenza della certificazione 2021-2027. A livello nazionale su 72 aree sperimentali sono 4 ancora non hanno chiuso la strategia: una di queste è campana, la Tammaro-Titerno. Ma Monaco non nasconde la preoccupazione sul prosieguo del lavoro. Nel comitato abbiamo parlato di come rafforzare le strutture di attuazione, firmato l’apq la storia deve ancora iniziare. C’è bisogno di chi trasforma le schede cantierabili delle strategie in progetti, di chi le corregge. I comuni in questo devono fare uno sforzo, le strutture comunali sono deboli, serve un piano di rigenerazione amministrativa e nuove competenze, servono leadership forti e riconoscibili. Nell’accordo della vostra area (il progetto pilota Alta Irpinia, ndr) si devono fare tante cose e tenere tutti insieme, e non è semplice. Si deve ragionare con una logica di sistema. Ma l’Alta Irpinia e la Campania possono giocare un ruolo importante”.

Venendo all’attualità, Monaco sottolinea: “Per le aree interne arrivano opportunità dall’emergenza covid e dall’accordo sul recovery fund appena firmato in Europa. Ci viene chiesto di investire in sostenibilità ambientale e inclusione sociale in linea con il piano per il Sud del ministro Provenzano. Però bisogna superare l’idea delle aree interne come luoghi di amenities, devono essere luoghi dove si lavora a condizione di servizi potenziati su scuola, trasporti e sanità. Lo smart working sta liberando energie dalle città e le aree rurali possono guadagnarne”. 

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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