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Suicidio in carcere ad Avellino, Cgil: ‘Stato debole’

Nei giorni scorsi un quarantenne si è tolto la vita in una cella all’interno dell’Istituto penitenziario di Avellino. A nulla sono serviti i soccorsi degli agenti penitenziari in servizio. Pubblichiamo la nota del segretario provinciale Responsabile Funzioni Centrali della Cgil Licia Morsa:

“Non è certo costume di questa organizzazione speculare sui drammi della vita, ma, in un paese civile, crediamo sia giunto il tempo per intervenire seriamente in un ambiente davvero delicato come un istituto detentivo.
Non è più immaginabile gestire tale servizio senza investimento statale alcuno e con personale ormai stanco e sotto organico, costretto a lavorare in strutture fatiscenti. L’amministrazione penitenziaria non può essere abbandonata a sé stessa.
Sono 2 anni ormai che questa Organizzazione Sindacale segnala criticità riscontrate in detta amministrazione penitenziaria ed in particolare all’interno della casa circondariale di Avellino. Come negli anni precedenti, anche quest’anno, a fatica e dopo svariate riunioni sindacali, l’amministrazione è riuscita ad assicurare il previsto periodo di ferie estivo al personale penitenziario, riducendo al minimo garantito i turni di guardia e prevedendo doppi turni per chi resta al lavoro e con il mancato rispetto della norma sui riposi obbligatori.
Con la conseguente riduzione delle attività ricreative per i detenuti. La struttura è fatiscente, da qualche giorno gli organi competenti alla vigilanza di igiene e prevenzione hanno ritenuto chiudere la mensa di servizio prescrivendo dei lavori strutturali, gli agenti penitenziari costretti a mangiare un panino perché il direttore non ha ritenuto avviare la procedura per l’acquisto dei buoni pasto sostitutivi come previsto dalla norma.
Tra qualche giorno si vedranno sospendere il servizio idrico come ormai accade da qualche anno nelle notti d’estate.
Tutto questo nella più totale assenza di interlocuzione: dirigenti non contrattualizzati, ad interim o facenti funzione che si definiscono non in regime di pieno potere. Si è ritenuto convertire il carcere di Lauro in Istituto a custodia attenuata per madri detenute, con la spesa di centinaia di migliaia di euro, scelta socialmente condivisibile, anche se per fortuna nella nostra provincia il fenomeno è molto limitato, attualmente è detenuta solo una madre.
Anche in questo caso nessuna condivisione con le parti sociali, ma solo una decisione romana calata sul territorio.
Da circa un anno è in ristrutturazione il settore cinofili, creato ad Avellino qualche anno fa con l’investimento di circa 300.000 euro ed oggi già chiuso. La FPCGIL di Avellino, si rivolge al ministro della giustizia affinché riconosca alle parti sociali almeno un’interlocuzione, che siano i dirigenti degli istituti, il Provveditore Regionale o direttamente il ministero, per poter rappresentare ed insieme provare a risolvere situazioni ormai insostenibili”.

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