Colline spianate, castagni abbattuti, strade dissestate, frane. Pali delle pubblica illuminazione e segnaletica caduti e, in generale, la sensazione di un pezzo di mondo lasciato a se stesso, nell’incuria fatta di rovi che crescono ai margini di asfalto in frantumi. L’area dove sta nascendo il grande parco eolico di Conza della Campania si presenta come una terra di nessuno. Eppure non molto distante c’è un’azienda agricola, ci sono diverse abitazioni e masserie rurali. Una terra di nessuno che sta diventando la terra dei signori del vento. Tra le località Piano di Conza, Costa Cappiello, Monte La Serra e Serro dei Mortai, mentre il corteo organizzato dal Comitato civico Terrae Compsanae sfila nel pomeriggio di sabato, effettivamente di vento ne soffia parecchio. E non deve spaventare dirlo. Soffia forte e rende però l’aria tersa, così da favorire una visione ancora più nitida del lago artificiale conzano. Una pala nascerà proprio a circa un chilometro dall’acqua dell’Ofanto che a Conza si raccoglie nel grande invaso e diventa Oasi WWF. Con le altre nove pale, dislocate in vari punti della collina, andrà a costituire un parco eolico da 34,5 mw, con torri alte 150 metri. “Quelle che vediamo sui crinali non distanti da qui – spiegano dal Comitato – sono molto più basse. Probabilmente chi vive in queste case, e ha venduto in cambio di indennizzo i suoi terreni, non si è ancora reso conto dell’impatto ambientale del parco”.
Qualcuno dei residenti si affaccia lungo la strada, ma non si aggiunge alla singolare marcia “No eolico selvaggio. Passeggiata fra le margherite del vento”. Qualche altro, come Giuseppe Racioppi, invece quelle pale proprio non le vuole e ricorda: “Non sono io a dirlo, ma atti formalmente depositati che dicono che i ristori di sola natura monetaria non sono ammessi”. E’ lui a ripercorrere l’intera vicenda, iniziata nel 2012 e arrivata alla diffida presentata pochi giorni fa dal deputato cinquestelle Generoso Maraia. Una diffida alla Regione Campania a trasmettere la Valutazione di incidenza ambientale e al Comune a bloccare i cantieri. Luca Orsogna, arianese e collaboratore dello stesso Maraia dice: “Questo progetto presenta vari profili problematici. Il fascicolo è stato sequestrato dalla Procura. Qualcosa non quadra. L’opera si può bloccare se sussistono profili di illegittimità. Abbiamo scavato anche noi tra le carte. La zona è area Sic, ci deve essere autorizzazione di impatto specifico. E qui si rischia di compromettere l’habitat naturale”.
“Effettivamente nel nostro fascicolo manca la VIA e la Regione ancora non ci ha risposto in merito – spiega il sindaco di Conza Luigi Ciccone. – Ma non è nella nostra facoltà sospendere i lavori, altrimenti lo avremmo già fatto. E penso che nessun funzionario regionale si può prendere questa responsabilità, anche in presenza di una diffida. Speriamo che questa giornata possa essere utile a bloccare l’altro parco eolico che sta sorgendo poco distante da qui, verso Sant’Andrea di Conza, sempre sul nostro comune”.
Parlamentari non se ne vedono sul crinale, e neppure consiglieri regionali. “Ho invitato tutti, ma non abbiamo avuto risposte positive”, sottolinea Annarita Masini. Arrivano invece i sindaci di Calitri e Teora, Michele Di Maio e Stefano Farina. Ci sono i consiglieri comunali di Sant’Angelo dei Lombardi e Teora, Michele Policano e Pietro Sibilia, c’è l’associazione “Io voglio restare in Irpinia” da Sant’Andrea di Conza, Michele Solazzo da Bisaccia, Ivan Melillo per gli attivisti cinquestelle da Caposele, e l’Eco Club di Lioni. A sorpresa prende la parola l’europarlamentare salernitana del M5S Isabella Adinolfi. “Fanno i parchi dove c’è poca gente perché si protesta di meno, ma queste possono essere terre da vino, da champagne. Solo così fermiamo lo spopolamento”, dice. Intanto il vento continua a soffiare e i cantieri vanno avanti, anche durante il corteo. Da una parte Teora, dall’altra il lago che assiste inerme alle trasformazione che sta subendo il paesaggio attorno a sé. “Invece di spostare il parco eolico, qua si spostano i boschi”, chiosa con una battuta Michele Di Maio. Il riferimento è all’autorizzazione firmata dalla Comunità Montana “Alta Irpinia” a tagliare dei boschi con piante ultracentenarie a ridosso dell’area.