La Campania cresce a un ritmo maggiore rispetto alle altre regioni d’Italia e il merito è anche e soprattutto dell’industria che traina la ripresa seguita da turismo e servizi.
E’ quanto emerge dal “Rapporto 2017 sull’Economia del Mezzogiorno” presentato oggi presso la Camera dei Deputati. Un +2,4% del Pil che riguarda essenzialmente gli anni 2015 e 2016 (nel 2014 il dato era negativo, pari a -1,7%) cui si aggiunge un aumento nel 2016 dell’occupazione industriale pari al 5,4% e del valore aggiunto industriale pari al 5,5%. La crescita non ha ancora prodotto un freno allo spopolamento, segno che devono ripartire anche gli altri comparti. Ma per adesso la Campania raccoglie i primi frutti di una strategia.
Secondo lo Svimez, che redige annualmente il report, “la strategia regionale promuove una forte sinergia di azione con il Governo centrale” che si traduce sul piano operativo in una programmazione di medio-lungo periodo, cioè il Patto per lo Sviluppo della Campania; nella “promozione nel ciclo 2014-2020 di una maggiore partecipazione finanziaria regionale alle linee di incentivazione pubblica già attive, gestite a livello nazionale (come nei casi dei Contratti di Sviluppo, dei crediti di imposta per gli investimenti, della decontribuzione per i nuovi assunti e degli investimenti per le aree di crisi non complessa). Ma pure nell’azione di sburocratizzazione della macchina amministrativa regionale con specifici provvedimenti legislativi e amministrativi.
“La Campania è anche in testa alle regioni meridionali nella realizzazione dei Piani Operativi Regionali (POR), con il 47,12% dell’attuazione degli interventi, e seconda in Italia solo all’Emilia Romagna, che tocca il 49,14%, ma con una quota complessiva da spendere pari a un quarto di quella campana”, commenta l’assessore alle Attività Produttive Amedeo Lepore.
184 le nuove imprese nate grazie alla misura Start up. 41 i Contratti di sviluppo finanziati su un totale di 175 domande presentate dalla partenza dello strumento fino a giugno 2017 (pari al 41,4% di quelli complessivamente finanziati nel Paese), per un totale di 1.290 milioni di euro di investimenti che consentono la salvaguardia o la creazione di oltre 18mila posti di lavoro. Tra grandi iniziative finanziate rientrano quelle di gruppi industriali multinazionali di gran rilievo, quali General Electric Avio (Pomigliano d’Arco, NA), Rolls Royce (Morra de Santis, AV), Unilever (Caivano, NA), Nestlé (Benevento), Denso (Avellino), SEDA-IPI-Imballplast (Arzano, NA) e di importanti aziende italiane del settore agroalimentare, quali Ferrarelle (Riardo, CE) e La Doria (Sarno, SA).
Lo Svimez sottolinea anche come la Regione Campania abbia firmato a settembre un accordo con il ministero per lo Sviluppo economico per altri 113 milioni di euro da destinare alle aree di crisi complesse che non erano rientrate nel precedente decreto, cioè l’area di Acerra-Marcianise-Airola, quella di Torre Annunziata-Castellammare e quella di Battipaglia-Solofra. Così come precedentemente era stata ampliata la platea delle aree di crisi non complesse, includendo nel caso irpino Vallata.