“Il taglio che tu paghi”, con questo slogan l’Unione delle Province Italiane (Upi) ha aperto la manifestazione organizzata a Roma per denunciare i tagli subiti dagli enti intermedi e ha allertato i cittadini sul rischio di non garantire più i servizi essenziali: manutenzione di strade e scuole, tutela dell’ambiente.
All’iniziativa di Roma ha partecipato una folta delegazione di dipendenti di Palazzo Caracciolo, guidata dal presidente Domenico Gambacorta e dai consiglieri Enza Ambrosone e Gianluca Festa. L’allarme riguarda tutte le realtà italiane. I tagli sono stati pesanti: tre miliardi di euro in tre anni. “A cui bisogna aggiungere una riduzione degli investimenti dal 2013 del 62%”, denuncia il presidente Upi, Achille Variati, affiancato dai vicepresidente Carlo Riva Vercellotti e Marco Filippeschi, dal direttore generale Piero Antonelli. In sala decine di fasce blu, sindaci, amministratori, parlamentari.
“Se non intervengono modifiche al decreto legge 50/17 non riusciamo a redigere il bilancio 2017. Ma è soprattutto a rischio l’inizio dell’anno scolastico. Noi paghiamo luce, acqua, gas, telefono, internet e manutenzioni ordinarie per gli istituti superiori. A breve organizzeremo un incontro con i dirigenti scolastici, di concerto con l’Ufficio Scolastico Provinciale, per illustrare la situazione – annuncia il presidente Gambacorta – A ciò bisogna aggiungere lo stato in cui versano i 1.600 chilometri di strade di nostra competenza. Servono risposte da Governo e Parlamento, altrimenti ognuno si assumerà le proprie responsabilità”.
“Non stiamo parlando di tutelare una struttura burocratica, ma di garantire il govermo di servizi essenziali che sono in capo alla Provincia. È importante ricordare che la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade tocca alle Amministrazioni provinciali. Stesso discorso per le scuole. Tutti noi vogliamo scuole sicure, ma senza risorse è impossibile anche assicurare la sola apertura dei plessi”, sottolinea Enza Ambrosone. “Sono necessari 650 milioni di euro alle Province. Lo dice la Sose, la società del Ministero dell’Ecomonia. E questo solo per partire. L’impegno nostro continuerà ad essere massimo, ma senza soldi non andiamo da nessuna parte”, conclude Gianluca Festa.
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