L’esame esterno dice che le ferite trovate sul corpo di Donato Tartaglia sarebbero compatibili con colpi auto-inferti. In altre parole, suicidio. Ferite sulle braccia, alla gola e persino sul torace. A causa di questi tagli è morto l’architetto di Aquilonia, nella parte della provincia di Avellino più distante dal capoluogo. Ritrovato nella stazione abbandonata martedì scorso, a qualche metro dai binari.
Ad effettuare l’ispezione esterna è stato il dottor Lamberto Pianese nell’ospedale Moscati. Ma oggi si andrà avanti con altri accertamenti. Il pm della Procura avellinese, Adriano Del Bene, ha infatti disposto l’autopsia sul corpo di Tartaglia. C’è la volontà di proseguire con le indagini. E questo è anche l’auspicio della famiglia del professionista; che stando a quanto riferiscono persone vicine non crede minimamente all’ipotesi del gesto volontario. Non ci credono nemmeno amici e conoscenti, ad Aquilonia e dintorni. Molte le voci che si rincorrono. Qualcuna sarà probabilmente sentita dagli inquirenti nelle prossime ore. Spesso si tende a escludere il gesto estremo di un familiare o un amico, ma stavolta le voci che invitano ad andare avanti nella ricerca della verità – in primis quella della moglie – sembrano troppo convinte. “Non si tralasci nulla”, è il coro unanime.
Chi ha visto il corpo parla di ferite anche all’addome. Di una scena indescrivibile. Mentre dall’ispezione cadaverica sarebbe emersa la violenza di quei colpi. Colpi risultati poi mortali. Inferti con determinazione: per il medico-legale dalla stessa vittima. Tartaglia non ha lasciato un biglietto, un messaggio alla famiglia. Ma al di là di questo elemento quelle ferite dicono una cosa: se di suicidio si tratta, sarebbe uno dei più strani e tristi visti negli ultimi anni in Irpinia.
Il corpo è stato trovato non lontano dall’auto tra lunedì notte. In una strada secondaria. In una pozza di sangue. Accanto sarebbe stato rinvenuto un taglierino. L’architetto si era allontanato da casa lunedì mattina, aveva appuntamenti con un paio di sindaci della zona. Era direttore del museo etnografico di Aquilonia e impegnato in diverse attività. Architetto e direttore dei lavori in svariati progetti regionali.
Indagano i carabinieri della Compagnia di Sant’Angelo dei Lombardi, diretti dal capitano Ugo Mancini. Che continueranno nelle indagini anche se se l’autopsia dovesse confermare l’esito dei primi esami esterni. Una vicenda delicata da qualunque angolazione la si guardi. La comunità di Aquilonia chiede adesso la massima chiarezza su quanto avvenuto.
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