Domenico Biancardi va avanti nel progetto del traforo del monte Partenio, appoggiato ora anche dalla comunità di Cervinara che la scorsa settimana ha partecipato numerosa al primo di una serie di incontri, dal titolo “Provincia e territorio: verso una nuova stagione”, voluti dal presidente della Provincia per promuovere un nuovo programma di sviluppo per l’Irpinia, pronto ad accogliere le istanze e le proposte degli amministratori locali. Al centro del dibattitto, come spesso nelle ultime settimane, il tunnel di circa 4 chilometri che collegherà i paesi della Valle Caudina al Vallo Lauro e all’autostrada, attraversando anche la montagna di Montevergine.
Come da accordo tra Provincia e Regione, con l’ok ai finanziamenti del piano di fattibilità nell’incontro di febbraio con il delegato ai trasporti della regione Campania Luca Cascone, Biancardi passa ai fatti con la prima azione concreta che si svilupperà con indagini e monitoraggi nelle aree interessate dal traforo. Uno studio preliminare che richiede un investimento di 300mila euro, già stanziati in bilancio, e che comprende anche il progetto di fattibilità del quarto lotto dell’asse a scorrimento veloce Cervinara – Pianodardine, al quale sono destinati per la realizzazione 80 milioni di euro.
Al momento le comunità che abitano le due aree maggiormente interessate dal progetto di Palazzo Caracciolo sembrerebbero divise. Al sì di Cervinara al traforo, abbastanza prevedibile se si pensa alle nuove prospettive di rilancio dell’economia e di uscita dall’isolamento delle Aree Interne promosse da Biancardi a sostegno del tunnel, si contrappone il no di Ospedaletto d’Alpinolo, manifestato qualche settimana fa dall’assessore Nadine Sirignano, e dettato dalla sacralità legata alla montagna di Montevergine. E ci sono anche i no delle associazioni guidate dagli ambientalisti locali, pronti alla mobilitazione, che sin dal primo momento hanno espresso la loro disapprovazione.
Si attende dunque un confronto con Biancardi anche negli altri comuni del Partenio, per permettere alle comunità e alle associazioni locali, tra queste anche l’osservatorio meteorologico di Montevergine, uno dei primi ad esprimere il disaccordo sul traforo, di pronunciarsi sull’infrastruttura che potrebbe sconvolgere paesaggi ed ecosistemi di una montagna già segnata da gravi episodi legati al rischio idrogeologico