Diverse le polemiche che hanno fatto seguito alla tragica vicenda di domenica scorsa al Santuario di Montevergine, quando un pellegrino della provincia di Napoli è stato colto da un malore ed è deceduto dopo alcuni minuti. Nonostante la tempestività dei soccorsi presenti sul posto, per il 70enne non c’è stato nulla da fare. Ma la famiglia ha subito denunciato l’assenza del defibrillatore.
La comunità benedettina di Montevergine ha espresso il suo cordoglio per la “tremenda fatalità, che ha scosso i cuori di tutti i presenti al Santuario”, si legge nella nota. E ha voluto, inoltre, fare delle precisazioni dopo le notizie diffuse nelle ultime ore, riguardanti appunto la mancanza del defibrillatore, sia nel complesso monumentale che nella struttura della funicolare. Precisando che è in itinere la procedura per ottenere la presenza dello strumento al Santuario, insieme a quella di personale specializzato, e specificando che “ogni anno la comunità benedettina richiede all’ASL la presenza di un presidio medico che anche quest’anno è stato accordato, con piena disponibilità da parte dell’Ente. Quest’anno in particolare, è stata inviata una seconda lettera per la proroga del servizio in previsione di un autunno di grande affluenza e, anche in questo caso, la domanda è stata accolta, a testimonianza della premura della comunità monastica a tutela della salute dei suoi visitatori”.
Nella nota viene sottolineato, inoltre, che “l’abate Riccardo Guariglia e tutta la comunità benedettina si sono sempre prodigati per rendere adeguata l’accoglienza ai devoti e ai visitatori, non solo dal punto di vista religioso e culturale, ma anche e in termini di tutela della salute e della sicurezza. A tal proposito, pur senza alcun obbligo o regolamento che lo imponga, da un po’ di tempo sono stati intrapresi rapporti di collaborazione con la Casa di Cura Montevergine in Mercogliano, per suggellare un’intesa che prenda in considerazione un percorso utile per garantire, in casi non solo di emergenza sanitaria, un adeguato servizio di immediato e continuativo intervento”.