Una serie di incontri per informare la società civile su ciò che accade sul territorio, sullo stato in cui versa il Palazzo di Giustizia di Avellino, e per far conoscere ai cittadini il vero significato di un procedimento penale. L’iniziativa della Camera Penale di Avellino nasce per fare il punto sulla questione sicurezza che da 15 anni attanaglia l’ordine forense e il personale del tribunale, ma anche per rispondere ad alcune dichiarazioni del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Avvicinare il più possibile la società civile al mondo della giustizia penale – ha detto l’avvocato Luigi Petrillo, presidente della Camera Penale Irpina -, con un minimo di formazione rispetto alle tematiche della giustizia, del senso della pena. Viviamo nell’epoca di quello che Papa Francesco ha definito populismo penale, uno strano modo di concepire i processi e le pene come una vendetta da parte dello stato nei confronti del cittadino che ha sbagliato, concetto assolutamente errato e che non fa parte dei principi della Costituzione ai quali aderiamo. La pena non è la punizione più dura possibile, ma rieducazione”.
Presentato il convegno del 29 marzo dedicato proprio alla pena e al carcere, provocatoriamente intitolato Marcire in galera: la pena come vendetta, riprendendo la frase del ministro Salvini a proposito del rimpatrio del terrorista Battisti. “Non entriamo nel merito rispetto ai delitti che ha commesso, ma riteniamo inammissibile che un ministro dica questo. In galera non si deve marcire, ma ci si deve rieducare”. Convegno al quale seguiranno altri 3 incontri, in cui si parlerà di avvocati, di difesa dal processo penale, delle proteste a seguito della lettura delle condanne, esemplare il caso Acqualonga ad Avellino, ma anche della riforma della prescrizione.
Riguardo la sicurezza, sono diversi gli interventi immediati di cui ha bisogno la struttura di piazza d’Armi, tra questi il ripristino dell’impianto elettrico non a norma, la predisposizione dell’impianto antincendio e soprattutto una verifica sismica sullo stato dell’immobile. Per questo sia la Camera Penale che quella Civile, insieme all’AIGA e al movimento forense, hanno sottoscritto una sollecitazione per l’adeguamento del Tribunale di Avellino, ma ad oggi non hanno ricevuto risposte. “Sono molti i segnali che ci fanno temere che l’immobile debba essere controllato e attendiamo che qualcuno si faccia carico di darci la certezza che lavoriamo in un luogo sicuro – ha proseguito Petrillo -. Dieci giorni fa abbiamo inviato un documento ai due ministri competenti e al commissario di Avellino, ma finora non abbiamo ricevuto alcun segnale di risposta, così come non abbiamo avuto risposte dall’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Iannone al Ministro della Giustizia Bonafede. Attenderemo il decorso dei 30 giorni e poi daremo seguito alle nostre iniziative”. Sciopero bianco o denunce, queste le prossime mosse in caso di mancata risposta, per cercare di porre fine ad una situazione che l’avvocato ha definito intollerabile. “Il responsabile dell’ufficio del Provveditorato alle Opere Pubbliche ha detto che non è rinviabile l’adeguamento sismico del palazzo. Vista l’urgenza, non sappiamo se siano plausibili tempi così lunghi. Per noi il tribunale è vita quotidiana e vogliamo che funzioni in modo adeguato”, ha concluso.
Sui tribunali soppressi di Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi, Petrillo ha dichiarato: “Ariano ha partecipato al tavolo romano, ma la prospettiva è molto fumosa. Non possiamo non essere al fianco dei cittadini arianesi che chiedono il ripristino del loro Palazzo di Giustizia, anche perché i processi ora si stanno svolgendo a Benevento e si sente molto il distacco territoriale rispetto ai fatti che vengono giudicati. Con la soppressione del Tribunale di Sant’Angelo tutto si è accentrato su Avellino, provocando evidenti disagi sul territorio”.