Turismo. Montemarano cuore d’Irpinia oltre il virtuale

Montemarano è uno dei paesi più rappresentativi dell’Irpinia. Il cuore della provincia per varie ragioni. Geografiche innanzitutto. Si trova nel mezzo, non ha influenze di altre province o di altre regioni. Sul suo territorio nascono molte delle cosiddette eccellenze: il vino per esempio. Circondato in buona parte dai boschi si trova su una montagna,: panorami mozzafiato. E’ la patria della musica irpina per eccellenza, la tarantella. Di tradizioni e carnevale. Parlare di Montemarano è quindi parlare di Irpinia: qui c’è la sintesi di tutto ciò che di buono abbiamo.

 

Piccola premessa al termine della due-giorni “Montemarano, salotto dei vini buoni”. Una bella manifestazione in attesa delle sagre più radicate e famose. Gli chef e la montemaranese on the streets e i gustosi prodotti. Ma soprattutto l’inaugurazione di un museo del vino, che nasce in un castello  per certi versi riedificato più che riqualificato. Architetti come Michele Della Vecchia si trovarono davanti a un rudere solo pochi anni fa. Adesso è una luce che brilla e spicca sul punto più alto del borgo.

 

Bisognerà poi gestire questo museo, è chiaro. Tuttavia per il momento si registra la nascita di un luogo “fisico” abbinato a parole come promozione e valorizzazione. Finalmente! Già, perché a dispetto di quello che appare quotidianamente sugli schermi dei nostri dispositivi, l’Irpinia ha un bisogno vitale di luoghi fisici. Luoghi che possano fare da vetrina, in grado poi di dirottare su un determinato territorio turisti e compratori. Luoghi che possano diventare punti di incontro, culturali e non. L’Irpinia ha bisogno di questi posti perché francamente la tesi “con internet si arriva ovunque” sta iniziando a sgretolarsi. I problemi per questa provincia restano gli stessi di sempre. Dove dirottare i visitatori? Come? Come farli rimanere in Irpinia per più di un giorno? E dove? Come dare le informazioni a voce? Trovare soluzioni a queste domande significa fare accoglienza. Perché con internet puoi fare tutta la promozione che vuoi, ma una volta in Irpinia gli eventuali visitatori potrebbero fuggire dopo poche ore. Antonio Caggiano, arcinoto produttore vinicolo fresco di Oscar del vino, ha infatti detto in uno dei vari convegni di Montemarano: “Stamattina avevo 50 americani nella mia cantina di Taurasi. Potrei essere soddisfatto. Ma poi mi sono detto: e ora dove li porto?”.

 

La base fisica. In Irpinia mancano per esempio le vinerie, un dato di fatto. Dire “manca tutto  per trattenere la gente” sarebbe forse ingeneroso nei confronti del territorio. Il problema è che un vero turismo potrebbe non esserci mai per una ragione semplice, ma non immediatamente visibile da chi a volte si batte con affanno, buone intenzioni e senza coscienza della realtà. Manca la città attrattiva per sviluppare il turismo del vino o il turismo rurale. Quella città da cui partirebbero mezzi e persone per raggiungere i vigneti o i borghi. Avellino purtroppo non è Reims e non lo sarà mai. Non è Siena o Perugia, città intorno alle quali sorgono vigneti e borghi. Non può esistere vero turismo in un territorio se la principale città di riferimento non è una città turistica. Ma possono esistere sul territorio, a partire dalla città capoluogo fino al paesino più remoto, dei “luoghi ideali” che accolgano ogni tipo di visitatore. Luoghi ideali-reali da cui partire sul serio per costruire percorsi strutturati.

Torniamo a Montemarano. Qui c’è un ottimo esempio di luogo reale: il museo etno-musicale “Coscia e Bocchino”, tenuto splendidamente da Luigi D’Agnese. Poco online e molta sostanza. E’ un piccolo museo ma colmo fino all’inverosimile di oggetti, documenti, fotografie, dischi, costumi, strumenti musicali, tesi di laurea sulla tarantella e altro ancora. Questo gioiellino è stato visitato da persone di mezzo mondo (il registro firme ne è la prova). E in molti casi è servito come base di appoggio per studiosi di tradizioni o di musica.

 

Il museo del vino inaugurato venerdì ha un approccio un po’ diverso. Per adesso un museo moderno, virtuale (a chi scrive non piacciono ma è solo un’opinione). Tuttavia il sindaco Beniamino Palmieri ha assicurato che tutta la struttura verrà resa fruibile e viva in più occasioni. Montemarano ombelico d’Irpinia ha centrato un obiettivo dunque. Quello di piantare punti visibili, tangibili, bandierine da cui partire perché questa parola abusata, turismo, possa avere un significato in futuro. Questa è promozione.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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