Spettacoli e cultura

Tutti a scuola di DAD/2: Salgono in cattedra Festa, D’Argenio e Mustone

Continua il nostro approfondimento nella didattica a distanza attraverso le esperienze dei docenti irpini. Dopo aver affrontato materie basiche, comuni a tutti i percorsi scolastici, iniziamo ad entrare nel merito di alcune specificità attraverso tre ulteriori insegnamenti: filosofia, elettrotecnica e arte.

Organizzazione scolastica

Leonardo Festa insegna storia e filosofia al Liceo Scientifico “E.Fermi” di Vallata e Sturno, istituto che utilizza fin da marzo 2020 il pacchetto Google Suite for Education: «L’orario rispetta il calendario in presenza ma alcune ore sono in modalità asincrona. Durante l’estate, la scuola ha provveduto a realizzare un adeguamento strutturale per le norme di distanziamento, e migliorando la copertura della rete. Le scuole delle aree interne hanno problematiche opposte a quelle delle città: il calo demografico ha determinato anche quello delle iscrizioni, speculare al fenomeno urbano delle classi pollaio. Puntare ad un riequilibrio della densità abitativa potrebbe giovare anche a scuole che paradossalmente oggi sono più attrezzate a gestire questa nuova normalità, ma che in futuro rischiano la chiusura».

Costantino D’Argenio, invece, insegna elettrotecnica, elettronica e sistemi automatici all’ITT “G.Dorso” di Avellino al corso per adulti, mentre lo scorso anno accademico si occupava di tecniche di rappresentazione grafica, tecnologie dell’informazione ed elettriche all’IISS “A. Amatucci”, sempre nel capoluogo: «Siamo in Dad da ottobre e rispettiamo l’orario completo come in presenza. In questa fase c’è stato un miglioramento sia perché sono stati codificati in maniera formale diritti e doveri di docenti e alunni, sia perché l’esperienza maturata lo scorso anno con i mezzi informatici e con le dotazioni necessarie ci ha permesso un’interazione migliore e più immediata».

Gianpiero Mustone è docente di arte e immagine dell’IC “L.Di Prisco” di Fontanarosa, ed insegna nella sede principale e in quella di Luogosano alle classi della scuola secondaria di primo grado: «A marzo c’è stato un momento di incertezza dovuto alla novità della situazione. Si è cercato di portare avanti il lavoro attraverso social comuni come Whatsapp o piattaforme di e-learning. A settembre, grazie ad un efficiente lavoro di organizzazione, la DAD è stata attivata subito. Il dirigente ha organizzato una serie di incontri di formazione per poter sfruttare al meglio la piattaforma di G-Suite e le prime giornate in presenza sono state utilizzate per spiegare lo strumento e la gestione degli account digitali. Dal 16 ottobre, è partita la DAD sincrona ad orario ridotto, con un minimo di 20 moduli orari settimanali di 45 minuti, ognuno intervallato da una pausa di 15 minuti. Le ore restanti sono svolte in modalità asincrona».

Caratteristiche della materia e gestione in DAD

Festa insegna «due materie che richiedono un approccio partecipato e dialogante. In presenza imposto le lezioni in modo da rendere gli studenti protagonisti. Parallelamente, inserisco nel corso dell’anno alcuni laboratori: i debate, un corso di logica e pensiero critico, approfondimenti di educazione civica. Approfitto sempre delle potenzialità della tecnologia, uso spesso la Lim e la Classroom di Google per condividere materiali, documentari o suggerire film e serie tv collegate ai temi che sviluppiamo in aula». Festa ammette la “fortuna” di lavorare con gli studenti del triennio superiore, «probabilmente i meno danneggiati dal passaggio alla DAD rispetto ad alunni più piccoli. A distanza, utilizzo prevalentemente la metodologia della flipped classroom: ho creato una radio su Anchor, dove carico i podcast delle mie spiegazioni, così gli studenti possono ascoltare in autonomia. Nella classe virtuale, condivido spunti e domande, e si può rispondere nei commenti. Durante la lezione su Meet, utilizzo sempre la condivisione dello schermo per le risorse digitali dei libri, o le presentazioni con mappe concettuali. Utilizzo anche la tavoletta grafica e la Jamboard di Google, soprattutto per le lezioni di logica. Da marzo, poi, abbiamo dato vita ad un giornale scolastico. Per aggredire il senso comune che il mondo si fosse ristretto all’improvviso alla nostra casa, la nostra redazione virtuale ha trasformato quella condizione inedita in un tema da raccontare e ripensare, per recuperare al contempo anche una dimensione di condivisione e confronto».

Diversa, naturalmente, l’esperienza di D’Argenio: «Le materie che insegno sono tecniche, con un’importante componente pratica. In presenza, affianco le lezioni teoriche ad esercitazioni di laboratorio, insegnamento cooperativo e orientato ai progetti. La lezione in DAD è più unilaterale, c’è una maggiore componente frontale, essendo l’interazione di gruppo un po’ più complessa per motivi oggettivi dovuti alla tecnologia. Inoltre alla mancanza di laboratori si sopperisce solo in parte con l’utilizzo di software di simulazione. La giornata lavorativa è suddivisa in due parti, ribaltata rispetto a chi si occupa dei corsi diurni. La mattina di studio per la preparazione della lezione e di correzione degli elaborati inviati dagli alunni, il pomeriggio le lezioni online che cominciano verso le 16.00 e finiscono alle 21.00».

Mustone aggiunge un’ulteriore prospettiva: «Ho sempre usato nuove metodologie e la didattica digitale anche in presenza. Per la storia dell’arte, in seguito ad un dibattito in classe, per le verifiche faccio divertire i ragazzi con l’app Kahoot. I ragazzi utilizzano – col mio consenso – computer o cellulare per dare le risposte, io proietto le domande sulla Lim, e da lì parte una “gara” con tanto di classifica generale e podio. Per la parte pratica, organizzo un laboratorio dove i ragazzi fanno tutte le esperienze artistiche possibili, dai semplici pastelli alle tempere, passando per pop-up o murales». In Dad, «svolgo tutte le ore che avevo in presenza in sincrono, ma cambia la modalità di preparazione del lavoro. Per la mia materia, la lavagna Jamboard è molto importante per far vedere, attraverso la penna digitale, le varie fasi di un disegno. Monto dei video tutorial che gli studenti possono vedere sul mio canale Youtube con le varie modalità di svolgimento. Non tutti sanno disegnare e quindi metto a disposizione dei disegni prestampati affinché si capisca la tecnica. Gli alunni mi inviano su Classroom le foto dei vari procedimenti, per poter analizzare meglio il loro processo di conoscenza e competenza. Per la storia dell’arte, utilizzo video brevi per poi ampliare tramite una spiegazione o un dibattito. Per le verifiche uso Kahoot. I ragazzi hanno pochi secondi per rispondere e quindi non hanno tempo per copiare. Poi ci sono le app dei libri che propongono verifiche auto-valutative e quelle per disegnare in internet».

Problemi e vantaggi generali

«Questa crisi ha fatto emergere tutto ciò che finora avevamo messo sotto al tappeto – commenta Leonardo Festa – Le difficoltà affiorate durante questi mesi di DAD non vanno considerate come legate ad essa, ma alla scuola in sé, altrimenti si corre il rischio di pensare che in presenza questi problemi scompariranno. La questione è invece radicale, e va vista nel suo insieme. Il problema principale da affrontare, soprattutto nelle aree interne, è il divario digitale. Poi, mancano diverse cose. Una piattaforma unica: ogni scuola ne sta usando autonomamente di diverse, stabilendo contatti con privati. Un quadro epistemologico di riferimento: il paradosso della DAD è che si è prima usata e poi pensata. Linee guida adeguate, una riflessione sulle metodologie didattiche e le tecniche di apprendimento. Nonostante le ultime riforme, manca un’adeguata alfabetizzazione digitale che accompagni l’aggiornamento di dispositivi e infrastrutture leggere. Dubito che la DAD sia solo una parentesi, la scuola del domani è chiamata ad un rapporto meno ostile con le tecnologie per l’apprendimento. Nelle scuole delle aree interne si potrebbe continuare ad usare la Dad quando si impone la chiusura degli istituti per allerta meteo, oppure per gestire i moduli di teoria dei corsi PON, gli incontri scuola famiglia o le riunioni di dipartimento».

Oltre all’inadeguatezza della connessione, Costantino D’Argenio conferma che «la maggiore difficoltà è data dalla carenza di dispositivi. Alcuni alunni sono costretti in certi casi a seguire le attività dai loro smartphone, con evidenti limiti nella visualizzazione e nell’interazione. Per le mie materie, una mancanza importante è quella dei laboratori, oltre alla possibilità di un’interazione costante del docente con gli studenti, e degli studenti tra loro. Rispetto al passato anno accademico le differenze non sono state molte, in entrambe le scuole l’impegno di tutto il personale scolastico è stato massimo, improntato ad alleviare il più possibile i disagi degli studenti. L’anno scorso il problema principale è stato quello di mettere tutti gli alunni in grado di poter seguire le lezioni online, tenendo vivo il contatto con loro e le famiglie. Quest’anno, avendo a che fare con adulti, l’impegno è rivolto all’aspetto didattico e motivazionale».

Gianpiero Mustone ribadisce che «la prima difficoltà che si riscontra è sicuramente legata alla connessione dati. Ad oggi in alcuni paesi irpini ancora non arriva l’Adsl. La scuola ha messo a disposizione i computer per le famiglie che non possono permettersi di comprarli, e schede telefoniche con modem». Ma altre problematiche sono legate certamente alla fascia d’età degli alunni di una scuola media: «Dover continuamente ripetere di tenere le telecamere accese, capire se i problemi di connessione siano reali, controllare che tutti abbiano capito, e tutto attraverso un piccolo schermo: comporta uno stress da non sottovalutare. Di contro, l’utilizzo di piattaforme come G-suite semplifica alcune fasi del lavoro e gli alunni possono trarne giovamento nei periodi di lunghe assenze, dovute a degenze o altro».

 

Cosa bisogna  fare per apportare ulteriori miglioramenti all’esperienza DAD?

Secondo il professor Festa è importante chiarire un messaggio: «La tecnologia non ti consente di fare le stesse cose in modo diverso, ma modifica invece i gesti, le possibilità e le opportunità. È un fine, e non un mezzo. Il dibattito di questi mesi è stato spesso monopolizzato da una presunta contrapposizione tra progressisti illuministi e luddisti romantici. Il punto non è capire se sia meglio una didattica in presenza o a distanza, ma chiedersi come realizzare al meglio la Dad e come essere preparati a farlo. I momenti di crisi rappresentano sempre anche dei forti acceleratori di processi sociali, e inevitabilmente generano cambiamenti. Chi immagina che la Dad abbia rotto il legame con i propri alunni, probabilmente aveva già difficoltà che non voleva ammettere. Sembrerà retorico, ma immagino che il miglioramento della Dad sia speculare anche ad un complessivo miglioramento della scuola, troppo penalizzata da un precariato diffuso e da una carenza di investimenti».

Per il professor D’Argenio, invece, è importante sottolineare che «La Dad è uno strumento di emergenza, e tale deve restare. La scuola è fatta di presenza, interazione, relazioni, empatia. L’utilizzo delle tecnologie per la trasmissione dei contenuti, per attività laboratoriali e cooperative è invece utile, e può essere potenziato migliorando le dotazioni scolastiche e le possibilità di accesso degli studenti. Andrebbero migliorate le infrastrutture di connessione, garantito l’accesso a dispositivi adeguati per tutti e, non ultimo, sviluppate piattaforme di e-learning pubbliche che ci affranchino dalle multinazionali del software come Google, Apple o Microsoft. L’eccessiva dipendenza da queste aziende non è sana per un sistema di istruzione pubblica, che deve essere autonomo e indipendente».

«La formazione e l’autoformazione sono l’unico modo per migliorare le prestazione di noi docenti – conclude il professor Mustone – Il vero passo avanti si farà solo superando la concezione che in DAD non può sussistere unicamente la lezione frontale, ma bisogna aprirsi anche ai nuovi metodi didattici che ci vengono proposti ormai da anni dai vari pedagogisti. La tecnologia deve essere vista come un aiuto e non come un demone da sconfiggere. Le conoscenze devono essere all’ordine del giorno ma anche legate profondamente dall’attuazione della competenza, altrimenti resterà tutto un inutile contenitore di nozioni. L’esperienza della Dad ha aperto una finestra sul mondo digitale ai docenti. Il lavoro in presenza resta, sempre e comunque, l’esperienza migliore soprattutto dal punto di vista sociale».

Tutti a scuola di DAD/1: Alla lavagna Famiglietti, Grappone e Lombardi

Rosaria Carifano

Giornalista nonostante tutto, autrice per caso. Insegno danza e cerco cosa abbiano in comune un corvo e una scrivania.

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