Un giorno nero per l’Irpinia. Le due notizie del pomeriggio ci consegnano una sola sensazione: sconforto. In Regione la proprietà della Mondial Group non si presenta al tavolo, lasciando un futuro ancora più incerto per circa 80 lavoratori a Montemiletto. Da Caserta invece la decisione di chiudere l’emittente Telenostra, 30 anni di storia e uno dei principali punti di riferimento dell’informazione provinciale.
Due casi diversi, che però incidono pesantemente su settori simbolo degli ultimi tre decenni: industria e informazione appunto. Al di là dei tentativi presenti e futuri di raddrizzare le situazioni, al di là della solidarietà e dei messaggi di circostanza che pioveranno, si nota come la vertenza Irpinia sia ancora aperta. E come questa peggiori col passare dei mesi e degli anni.
A parziale contraltare alle due “bad news” potremmo enfatizzare la visita del governatore Vincenzo De Luca in Irpinia. In Irpinia per la prima volta, da governatore. “Benedirà” un tratto della Lioni-Grottaminarda nel territorio di Frigento. Solo che questa strada non è ancora terminata, mentre per Telenostra la decisione sembra già presa.
Infrastrutture e innovazione in industria. Questa la ricetta individuata negli ultimi anni per combattere una crisi senza fine, perché un sistema produttivo stabile genera sicurezza anche in altri settori. “Bene, ma ci vuole tempo. E intanto che si fa?”, facevano notare in molti. Intanto succede che i prodotti agricoli Made in Irpinia si facciano sempre più largo. Con tutti i limiti dovuti a un “brand” (o qualcosa di simile) spesso sconosciuto da Roma in su. Con tutta l’inesperienza del caso, se paragonata a province o regioni che sui prodotti della terra hanno fatto la loro fortuna da anni, decenni. Ma il Made in Irpinia comincia a farsi largo. Tuttavia se i progetti petroliferi dovessero prendere corpo si dovrà rinunciare ad almeno la metà delle produzioni agricole.
Una partita per la sopravvivenza dunque. Siamo poi costretti a giocare costantemente in difesa o con grossi dubbi sulle strategie. E allora non resta che vigilare sui tempi di realizzazione delle infrastrutture, è il caso della Lioni-Grottaminarda. E naturalmente capire il destino identitario della nostra provincia (petrolio o agricoltura?) e lavorare per la soluzione migliore (agricoltura/turismo sicuramente, a patto che si faccia sul serio). Domani arriva Vincenzo De Luca, a Frigento. Osserverà un territorio che è quello delle eventuali trivellazioni petrolifere. E le sue frasi di campagna elettorale non le abbiamo dimenticate: “Trivellazioni? A chi lo pensa dovrebbero trivellare il cervello“. Oggi una brutta giornata dunque, aspettando con ansia quella di domani.