‘Unire treno e bici’, la proposta per Irpinia e Puglia

“Ferrovie turistiche, mobilità dolce e rigenerazione territoriale”. Durante il convegno a cura di A.Mo.Do, al Carcere Borbonico di Avellino, si è parlato delle potenzialità legate al ferro e di come la ferrovia possa essere fonte di sviluppo anche per l’Irpinia. Diversi gli esempi da tutta Italia, con una visione ampia restituita ai presenti attraverso gli interventi di esperti, associazioni locali ed enti nazionali.

Tra questi, “Il connubio treno-bici da Caposele a Santa Maria di Leuca”, con la sinergia tra pubblico e privato, illustrato da Cosimo Chiffi, portavoce del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, un comitato di 64 associazioni locali, 27 imprese e numerosi ciclisti. “Il nostro progetto è nato nel 2015, ma era nei cassetti della Regione già da molti anni – ha spiegato Chiffi -. Si tratta di un percorso di 500 chilometri che parte da Caposele e attraversa le aree interne, terre bellissime. Si vede il mare solo all’arrivo, a Santa Maria di Leuca. Una grande pista consente di attraversare questo territorio inserito negli itinerari più importanti della mobilità ciclistica in Italia”.

Itinerario, quello dell’Acquedotto pugliese, che insieme alla ciclovia, sono esempi di strutture fuse con la cornice paesaggistica che attraversano. “Sono parte dell’identità del territorio – ha proseguito Chiffi -. E il connubio treno-bici è un connubio importante, che può unire tra loro itinerari storici. La stessa grande storia che c’è dietro l’acquedotto pugliese è strettamente legata alla ferrovia Rocchetta Sant’Antonio. Con una serie di elementi che sono già parte del paesaggio”.

In Alta Irpinia molti i siti che presentano grandi potenzialità, “ad esempio strutture che potrebbero diventare ciclo ostelli, uno a Caposele e l’altro è l’ex foresteria di Acquedotto Pugliese presso lo scalo di Calitri. L’impianto di sollevamento calitrano invece andrebbe protetto e recuperato come sito di archeologia industriale. Bisogna dialogare con l’acquedotto pugliese che vi ricordo è nostro. E il traguardo al quale bisogna guardare è il punto di contatto tra ciclovia dell’acquedotto e ferrovia, cercando di ricostruire occasioni di fruizione attraverso elementi come l’archeologia e il patrimonio industriali, la comunità locale e i paesaggi”, ha concluso Chiffi.

Il convegno, moderato da Alessandra Bonfanti, responsabile mobilità dolce e piccoli comuni di Legambiente, mette al centro il treno come modalità di fruizione di un territorio. E anticipa la Giornata Nazionale delle Ferrovie delle Meraviglie, 26 e 27 maggio, occasione che vedrà la riapertura dell’intera tratta Avellino-Rocchetta.

Il treno, uno strumento di rivalorizzazione storico-culturale e commerciale, come ha spiegato Mauro Moretti, presidente della fondazione Fs: “L’Italia sta crescendo a livello infrastrutturale e quindi turistico. Bisogna studiarne le porte di accesso anche ad Avellino, senza smarrire le vocazioni naturali dei luoghi. I pezzi di economia locale che hanno qualcosa di distintivo, devono essere mantenuti tali per essere ricercati. La ferrovia qui parte dalla terra del vino e arriva in un territorio importante per la produzione dell’olio. Per cui va disposta un’attrezzatura fisica, che riesca a dare forma a questo concatenarsi di esperienze per poter costruire percorsi culturali da proporre prima al turismo di prossimità e poi a quello internazionale”.

Sabina Lancio

Ha da poco conseguito la laurea magistrale in Teoria dei linguaggi e della comunicazione audiovisiva all'Università degli studi di Salerno. Le piace scrivere e, in generale, lavorare nel mondo della comunicazione, conoscere nuove persone e intraprendere nuovi percorsi.

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