“Abbiamo sempre creduto moltissimo in questo Polo enologico ad Avellino perché rappresenta un’eccellenza per la Campania e per la nostra Università”. Così il rettore della Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, in visita al cantiere del Polo del vino ad Avellino questo pomeriggio. In vista dell’entrata in funzione della nuova sede allargata del corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia, in Viale Italia, appartenente alla facoltà di Agraria della Federico II, Manfredi ha effettuato un sopralluogo all’interno dell’area interessata dai lavori cominciati lo scorso maggio e che restituiranno una struttura completamente restaurata e ampliata agli studenti della triennale e del biennio specialistico.
“Per fare un salto di qualità c’era la necessità di avere degli spazi adatti e dei laboratori – ha proseguito il rettore -, perché il progetto, oltre alla parte formativa, prevede anche un’attività molto intensa di supporto alle piccole e medie aziende con lo sviluppo di nuove tecnologie e procedure. Oggi finalmente queste strutture sono disponibili, quindi credo ci siano tutte le condizioni per far decollare ulteriormente questo polo. L’obiettivo è quello di avere una platea di studenti sempre più internazionale, per aumentare il livello di competitività e creare uno dei poli di eccellenza del nostro Ateneo qui ad Avellino. Pensiamo di partire con la Magistrale già a fine ottobre, anche questa una novità della nostra offerta formativa”.
Un anno per i lavori e 8 i milioni di euro destinati al rifacimento del Polo enologico del corso di laurea, l’unico pienamente attivo nel capoluogo. Il rettore è stato accompagnato nella visita al cantiere, oltre che dagli addetti ai lavori, dal professor Luigi frusciante, fondatore del corso e dal professor Luigi Moio, presidente del corso. Insieme al presidente della Provincia, Domenico Gambacorta: “Ci fa piacere presentare al rettore Manfredi questi spazi che saranno destinati al completamento delle attività di formazione di giovani che io spero da tutta Italia verranno ad Avellino a studiare con docenti così importanti. Spero che entro ottobre venga consegnata almeno la prima parte dei locali legati al restauro di questi immobili che erano fatiscenti. Poi ci sarà l’ampliamento, quindi il nuovo immobile, ovviamente destinato alle aule e alle attività di consulenza alle piccole e medie imprese. Attività di servizio che l’università farà per far crescere complessivamente le aziende non solo del territorio irpino, ma delle zone interne di tutta la regione”.
Fine settembre, dunque, il termine dei lavori alla prima parte, quella preesistente completamente ristrutturata perché a rischio crollo. Entro l’inverno, invece, quella che era la chiesa diventerà l’enoteca. A maggio 2019, ad un anno dall’inizio dei lavori, l’impresa consegnerà anche la nuova parte, l’ampliamento comprensivo del moderno impianto di microvinificazione, e della palazzina che comprenderà le aule con la vetrata che affaccerà sui vigneti. Un punto verde che, come ha suggerito il professor Moio, potrebbe essere aperto anche alla città.
“Dopo aver avuto tutti i pareri e le autorizzazioni dal Comune, e dal Genio Civile quella sismica, spero che a maggio 2019 la nuova struttura sia completa. Un grande obiettivo e 8 milioni di euro di investimenti che la Provincia ha fatto anche in un momento di difficoltà, quindi non gestiamo solo emergenze, ma anche il futuro e la speranza per i giovani di formarsi qui ad Avellino con le eccellenze che abbiamo, come i professori Moio e Frusciante che in questo settore hanno creduto fin dal 2006”, ha concluso Gambacorta, donando al rettore Manfredi un libro sui Castelli d’Irpinia e brindando alla nuova grande opportunità della provincia del vino.