La Novolegno di Montefredane chiude e un consigliere regionale casertano, Giampiero Zinzi, propone di salvarla inserendola nell’azienda forestale dell’Alta Irpinia. La notizia è di lunedì, quando l’esponente del centrodestra ha preso carta e penna per rivolgere un’interrogazione direttamente all’assessore regionale alle Attività produttive Antonio Marchiello, chiedendogli di attivare ogni procedura possibile all’ingresso della fabbrica (Gruppo Fantoni), nel progetto di utilizzo dei boschi ideato all’interno dell’Area Pilota Alta Irpinia.
“La soluzione immaginata da Zinzi per la Novolegno non è praticabile – commenta Luigi Iavarone, proprietario di un’altra realtà industriale che opera nel settore legno: la Iavarone Legnami, area industriale di Calitri, nel cuore del Progetto Pilota. La sua fabbrica già due anni fa ha avviato un discorso di filiera legno che dovrebbe essere parte attiva dell’azienda forestale -. Non è una questione di materia prima. In parte, la materia prima utilizzata per i pannelli già deriva da processi di riciclaggio attraverso il Consorzio Rilegno. Mentre organizzare un approvvigionamento certo, continuo e a costi adeguati, necessario all’industria, richiede qualche anno”.
Solo che l’azienda forestale è un’idea ancora tutta teorica. Dallo scorso luglio si discute politicamente e tecnicamente di come avviare la costituzione del partenariato alla base della stessa. Pochi giorni fa la Regione Campania ha comunicato che il capofila sarà Fondazione Montagne Italia, soggetto romano specializzato in foreste. Ma tante incognite sull’accesso ai fondi europei per la nascita del partenariato restano ancora in piedi. E chiarite quelle, bisognerà lavorare seriamente alla costruzione dell’azienda forestale. Nella migliore delle ipotesi, quindi, il tutto non prenderà forma in tempi utili a salvare una fabbrica che già da qualche settimana ha licenziato in tronco i suoi circa 120 operai.
“Siamo tutti molto sfiduciati sulle possibilità concrete del progetto Azienda Forestale – continua l’ingegnere -. Se ne parla da 4 anni e non esiste neanche un’ipotesi di progetto tecnico, economico e amministrativo. I dati invece sono in gran parte disponibili, come emerso in una riunione tenuta a Nusco con i soggetti che avevano aderito alla manifestazione d’interesse. Diciamo che mutatis mutandis siamo a livello TAV”, attacca. Lo scorso ottobre, infatti, l’industriale era stato convocato assieme ad altri soggetti privati interessati a entrare nel partenariato dell’azienda forestale. Ma a quella riunione non ne sono seguite altre. “Non siamo stati mai più chiamati . E’ una vergogna. Trattati come se stessimo chiedendo un favore”, sbotta deluso.