Terminati i tour dei candidati in Irpinia, finisce anche il nostro giro nei luoghi dei partiti. Abbiamo cercato di raccontare al meglio questa campagna elettorale un po’ anomala. L’inverno, una legge elettorale nuova e i collegi sconfinati sono elementi che hanno inciso sulla partecipazione delle persone e sulle strategie di chi aspira a Camera o Senato. Si legge da più parti “la più brutta campagna elettorale della storia”. Beh ogni campagna elettorale è figlia dei tempi. Così questo tempo è un po’ una terra di confine. Indecisi, i candidati, se battere la piazza reale o quella virtuale. Oppure in un complicato equilibrio tra questi spazi alla ricerca del consenso da recuperare o conquistare. Abbiamo visto e ascoltato molti volti nuovi, anche giovani, che hanno individuato un tasto dolente comune nello spopolamento. Il dramma dei drammi, naturale conseguenza di altro: di dinamiche interne o addirittura sovranazionali.
Nel silenzio elettorale non entreremo nei temi, in quelli affrontati o meno dalla politica. Domenica, meglio dire lunedì, si conoscerà l’esito delle elezioni 2018. Nel Paese, in Campania, in Irpinia, nei Paesi. La fase post-voto si preannuncia lunga comunque vadano le cose. Ma qualcosa si può dire adesso. Una provincia abituata a respirare politica si aspetta moltissimo dai parlamentari della futura legislatura, a prescindere dal colore della bandiera. E sarà compito di deputati e senatori trovare terreni di tregua, ove possibile, per tutelare quello che è oggettivamente tutelabile da tutti i partiti senza distinzioni. Davvero non c’è più tempo, la fuga rischia di diventare inarrestabile e tra un paio di tornate potremmo trovarci migliaia di abitanti in meno.