Ieri a Castelfranci è stata inaugurata una panchina rossa, che sta a simboleggiare la lotta alla violenza di genere. C’erano autorità provinciali e regionali. Sindaci e vertice del Consorzio Servizi Sociali Alta Irpinia. Il momento del ricordo per le vittime di femminicidio o stalking, ma anche un’occasione per ricordare i numeri drammatici di un’intera provincia e in particolare dell’Alta Irpinia.
Così il presidente del Consorzio, Stefano Farina, ripropone con preoccupazione quei dati che aveva già esposto qualche settimana fa: “In media tre donne al mese si rivolgono allo sportello antiviolenza dell’ospedale Criscuoli di Sant’Angelo“. Matilde Nigro, un’operatrice del Consorzio, aggiunge: “Senza contare le donne che chiedono aiuto, assistenza psicologica o legale, direttamente presso la nostra sede o alle forze dell’ordine“. In un territorio di poco più di 60mila abitanti si tratta di numeri troppo alti, soprattutto se lo stesso centro antiviolenza non riceve alcun sostegno economico. In verità all’interno si continua a lavorare, ma è chiaro che senza fondi non siano possibili grosse attività di divulgazione, sensibilizzazione o di approfondimento sul tema. A oltre un anno e mezzo dall’apertura, le iniziative pubbliche sono state rarissime. Un fatto negativo, su cui Regione e autorità sanitarie saranno chiamate a dare delle risposte.
Rosetta D’Amelio è convinta della necessità di maggiori protezioni per le donne che denunciano. “Serve almeno una casa rifugio per ogni provincia“, ha detto la presidente del Consiglio regionale. Con il numero uno della Provincia, Domenico Gambacorta, che invita a “rafforzare il ruolo dei servizi sociali“. Impressionato dai numeri il consigliere regionale Carlo Iannace.
L’inaugurazione della panchina resta comunque un segnale da parte della Consulta delle Donne di Castelfranci, presieduta da Adelaide Ricciardi, e dall’Amministrazione presente col primo cittadino Generoso Cresta. Del resto anche un organismo come la Consulta è cosa rara in Irpinia. Una provincia in cui non è facile denunciare; dove fenomeni come ludopatie e dipendenze, ha ricordato per esempio Gambacorta, incidono pesantemente sul clima familiare. Servirebbe quindi una rete più solida. E l’impegno a far funzionare lo sportello antiviolenza può essere un collante.