Vivere di turismo nell’entroterra del Sud, il modello Aliano

Nel 2001 avevamo 400 visitatori ogni anno. Adesso siamo a quota 30mila”. Antonio Colaiacovo è stato sindaco di Aliano durante i due mandati che hanno rivoluzionato il paesino. Mille abitanti ora, lì dove Carlo Levi venne mandato al confino. Provincia di Matera, in una natura che almeno nelle immediate non offre troppo spazio per agricoltura ed enogastronomia, fatta eccezione per l’olio.

Qui abbiamo il miglior aglianico”, dice una ragazza in tarda serata quasi in segno di sfida. I lucani sono fieri, le lucane anche di più. Noi irpini la fulminiamo con lo sguardo. “Sì cioè, beviamo quello del Vulture” ammetterà alla fine. Si ride, si scherza, ci si confronta al Forum aree interne di Aliano. La Penisola si è trovata qui con i suoi accenti differenti, problemi comuni e con una diversità che dovrebbe essere ricchezza.

E se gli alianesi non possono vantare produzioni di pregio in ambito enogastronomico, potranno senza dubbio giocare una partita all’attacco, quella sul turismo. Il sindaco attuale, Luigi De Lorenzo, ha inserito il recupero di immobili storici nella strategia aree interne. E il paese, grazie a un gruppo di architetti e creativi come il mercoglianese Franco Lancio, è già stato oggetto di una massiccia opera di rimessa a nuovo di svariati palazzi.

Intanto Colaiacovo sostiene si possa fare ancora tantissimo. E sembra aver ragione, visto che Matera capitale della cultura non è poi così lontana. Lo è in termini di chilometri, certo, ma Aliano val bene una tappa. Una capatina tra i calanchi, la casa di Carlo Levi, gli altri musei. “Nel 2001 avevamo 400 visitatori e nessun ristorante, ora ce ne sono tre. 400 visitatori e nessun posto letto, ora con le attività private e l’albergo diffuso arriviamo a 100 e possiamo aumentare il numero nei prossimi mesi”.

I numeri sono tutti più o meno certificati, visto che in paese è presente un ufficio turistico proprio all’ingresso del borgo. Guide cartacee e non, cartellonistica adeguata. Ogni luogo viene raccontato attraverso le parole di Levi. Un mix di modernità e cultura contadina nei musei. Si può visitare pure una pinacoteca. E soprattutto Aliano domina dall’alto l’altra grande attrattiva. Una distesa selvaggia e infinita di roccia. Nemica dei contadini, adesso è i fulcro de “La Luna e i Calanchi”, suggestiva manifestazione estiva con Franco Arminio patron e animatore. Non solo eventi, ma luoghi vissuti appieno. Di giorno, di notte, in centro e fuori.

Probabilmente i numeri di Aliano, da 400 a 30mila visitatori, non sono esclusivo frutto delle intuizioni delle amministrazioni. O meglio, diciamo che le amministrazioni sono state decisamente brave a sfruttare risorse culturali e paesaggistiche importanti ma poco conosciute. Cristo si è fermato a Eboli fu libro e anche film. In tempi recenti il cinema è entrato da questi parti con l’ottima operazione cinematografica e di marketing territoriale “Basilicata coast to coast”.

Moltissimi qui ad Aliano vivono di turismo – continua Colaiacovo –  mentre le attività culturali vengono garantite dal Parco letterario Carlo Levi”. Tutto è perfetto? E’ sempre un paesino dell’entroterra Sud. Coi suoi problemi, il bar come stile di vita. Le attività poco attrezzate per gestire centinaia di persone concentrate in due giorni (il Forum aree interne). Si intravede un disegno però. Pensato, sensato, armonico. Un disegno che punta a raddoppiare i numeri dei visitatori facendo leva sulle potenzialità interne e sui flussi in entrata verso il capoluogo di provincia.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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