Una delle strade attraverso le quali da Teora si raggiunge Sant’Andrea è una spettacolare panoramica sul lago di Conza, che nel tardo pomeriggio e sotto la calura agostana diventa setoso e lucente, ancora più visibile da lontano. Le pale eoliche sui profili delle colline, le balle di fieno, i campi dorati. L’afa che sale dal terreno e dall’asfalto indistintamente. Una volta a Sant’Andrea di Conza la vista dall’Episcopio lascia senza parole: ancora il lago e la collinetta di Conza vecchia, la balena di Cairano, i tetti delle case con le stradine in pietra chiara che digradano verso la valle dell’Ofanto.
Per il quarantennale della Rassegna teatrale mercoledì sera si è vissuta una sorta di pre-apertura dal carattere politico-istituzionale con la presenza della presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio e del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Che non è rimasto indifferente al paesaggio e neppure al contesto, spingendosi oltre i discorsi di rito e testimoniando attraverso le sue parole la capacità di entrare in contatto con i luoghi e le comunità.
“Quando venivo a trovare da ragazzo i miei nonni a Muro Lucano – ha raccontato l’ex sindaco di Salerno – Sant’Andrea di Conza era il valico oltre il quale sapevamo che la meta stava per avvicinarsi. Conosco questi posti, poi il terremoto ha reso tutto un po’ più complicato, gli affetti sono venuti a mancare. Ma per me tornare in Irpinia significa ogni volta rinnovare quei ricordi”.
Ad ascoltarlo molti giovani. De Luca li avrà probabilmente notati perché nel suo breve, ma ricco intervento ha voluto citare l’impegno preso e fin qui onorato dalla sua Giunta di finanziare abbonamenti per i trasporti gratis degli studenti campani. Peccato che non sempre ci siano mezzi di trasporto pubblico da poter utilizzare nelle aree interne… ma questa è un’altra storia, sulla quale ad esempio dovrebbe intervenire il Progetto Pilota alla voce mobilità. Vedremo.
Nel frattempo Sant’Andrea mercoledì sera si è messa l’abito delle grandi occasioni. Non solo per la fascia tricolore indossata con fierezza nel fare gli onori di casa dal sindaco Pompeo D’Angola, quanto per l’atmosfera che si è respirata tra la terrazza e le scalinate dell’Episcopio. Il caldo ha magicamente fatto posto alla frescura serale, le pietre intanto parlavano di storia, l’anfiteatro si è fatto silenzioso spettatore in attesa di essere calcato dagli ospiti della rassegna, la musica mai invadente, le luci misurate. Le associazioni e gli imprenditori a dare il senso di un territorio che ha voglia di restare vivo e tenersi strette le sue energie migliori. “Ho incontrato una comunità molto civile – ha commentato De Luca – In pochi minuti il vostro sindaco mi ha presentato cinque-sei realtà associative. Ritornerò in Alta Irpinia. Qui più che altrove viviamo il paradosso dell’acqua, un problema che dobbiamo risolvere”.