Maurits Cornelius Escher, il mostro di Loch Ness e Volturara Irpina. Un filo fatto di arte eccelsa, unica, un uomo caparbio. Una cittadina dell’Avellinese, dove è nato e vive chi ha materialmente rinvenuto un’opera d’arte, Raffaele De Feo, altrimenti destinata all’oblio ed alla distruzione.
Una storia complessa che ancora una volta dimostra che il “caso”, il “fato” determinano molte volte delle svolte, degli eventi inimmaginabili. Il Caso, una circostanza banale ha fatto conoscere al mondo un’opera d’arte unica. Raffaele De Feo, ex appartenente alla Polizia di Stato, dovendo effettuare dei lavori di ripristino nella propria abitazione di Volturara Irpina, preleva del materiale da un deposito di famiglia, nel centro storico del Paese.
Nel corso dei vari prelievi effettuati, De Feo si imbatte in un quadro ricevuto in regalo dalla famiglia, durante la permanenza in Svizzera ed a cui, evidentemente, non avevano attribuito alcun valore. Ma quel quadro aveva destato l’attenzione dell’ex Poliziotto che, pur a digiuno di tecniche pittoriche e artistiche in genere, era rimasto folgorato dalla mano ferma, dalla forza ipnotizzatrice ed espressiva che quel quadro tratta, esprimeva.
Da autodidatta, decide di impegnarsi quasi a tempo pieno per saperne di pi su quel quadro. Più approfondisce le ricerche, più si convince di essere nel giusto: troppe coincidenze, troppi tasselli, troppi riscontri, portavano all’artista olandese Escher. De Feo decide di volare alto e dal piccolo centro dell’Irpinia partono email e raccomandate dirette a musei, studiosi, nazionali ed internazionali. La notizia lentamente si diffonde, non solo a Volturara Irpina. Dilaga oltre i confini nazionali, anche grazie a servizi televisivi ed articoli di molte testate giornalistiche. Quella di Raffaele è una battaglia che dura dal 2004, una battaglia che non è stata certamente facile. Molti non credevano che l’ opere rinvenuta fossero di Maurits Cornelis Escher, ma De Feo è veramente “testa dura”.
Decide di rivolgersi ad un perito grafico, iscritto all’albo del Tribunale civile e penale di Roma, la dott.ssa Anna Petrecchia, che ha rilasciato una consulenza giurata, nella quale si attesta l’autenticità dell’opera. Intanto, più passa il tempo, più il caso Echer cresce. Sempre di più gli organi di informazione che si occupano del caso e da ultimo, lo scorso aprile, nel corso del TG4, il Direttore, Alessandro Cecchi Paone, ha commentato la vicenda relativa al ritrovamento del quadro. Sempre meno scetticismo, sempre più certezze. Questa vicenda, può avere un risvolto estremamente positivo anche per la cittadina di Volturara Irpina in chiave culturale e turistica. Tanti scettici, soprattutto i professionisti dello “scetticismo”, si sono dovuti ricredere e già sono incominciati gli ammiccamenti e cresce, negli ambienti qualificati, l’attenzione per l’opera. “Crediamo – dice il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO./S.E.L.P.) che Raffaele De Feo ami profondamente la sua terra e, pur tutelando, giustamente ed ovviamente, il suo interesse personale, non vorrà privare la sua terra natale di un’occasione di sviluppo turistico che potrebbe coniugare la bellezza dei luoghi e l’arte, la grande opera, firmata Escher. Il Libero Sindacato di Polizia da subito si è schierato a sostegno dell’attività di ricerca e di analisi, intrapresa da Raffaele De Feo per giungere ad acclarare l’autenticità dell’opera rinvenuta, i fatti e gli sviluppi che in questi anni, hanno ruotato attorno alla vicenda e hanno fatto completa chiarezza sull’autenticità di un ritrovamento che rappresenta un esempio di coerenza e di valore artistico, a cui l’amministrazione comunale di Volturara Irpina deve prestare sempre, più attenzione, dal momento che l’opera potrebbe diventare il “petrolio” della cittadina Irpina”.
Escher, incisore e grafico olandese, svetta nel campo delle incisioni su legno, litografie e per la sua esplorazione dell’infinito. Un uomo, un artista unico nel suo genere, ha lasciato una forte e significativa traccia nel firmamento culturale, non solo nei Paesi Bassi, dove è nato, nel 1898 ed ha lavorato, sino alla sua morte, nel 1972. Forse era destino che una grande opera d’arte, un eccelso artista, proiettassero il piccolo splendido centro dell’Irpinia, Voltutara Irpina, all’attenzione non solo del mondo culturale, ma anche dell’informazione.