Ultim’ora: addio Instagram, morto il social più utilizzato dagli italiani | Lo disattivano da questa data in poi

Instagram addio? (Foto di Solen Feyissa da Pixabay) - irpiniapost.it
È davvero la fine di Instagram per milioni di utenti? Una nuova legge promette di riscrivere le regole del gioco. Ecco cosa sappiamo.
Ci sono app che non si disinstallano mai. Puoi cambiare telefono, perdere il caricabatterie, ma loro sono sempre lì, pronte a riapparire al primo backup.
Alcune sono diventate estensioni delle nostre mani. Non servono a telefonare, ma ci tengono connessi più di qualsiasi chiamata. E in effetti il loro scopo è proprio quello, legarci ad uno schermo il più a lungo possibile, a scrollare in continuazione senza vedere mai la fine di ciò che stiamo facendo. Salvo accorgerci che quel “do solo un’occhiata” si è trasformato in 2 ore.
Instagram, ad esempio. È il bar, la discoteca, il parrucchiere e il confessionale 2.0, tutto nello stesso scroll.
C’è chi lo apre per noia, chi per lavoro, chi per sbirciare la vita degli altri e sentirsi meno in ritardo con la propria. Ma qualcosa sta per cambiare. E parecchio. Tra un po’ sarà disattivato.
Instagram addio: sarà disattivato per loro
Questa volta non è una fake news né un blackout temporaneo. È proprio il Parlamento che ha deciso di mettere mano ai social, e non con qualche “consiglio per l’uso”, ma con un cambio di rotta duro. A breve, chi ha meno di 15 anni non potrà più sbarcare su Instagram come se fosse un campo estivo per selfie.
La nuova legge, sostenuta da più parti politiche (incredibilmente d’accordo su qualcosa), introduce regole ferree: niente più accessi liberi ai social per gli under 15. Per iscriversi, spiega l’avvocato Angelo Greco sui suoi canali, servirà il permesso reale dei genitori, non quella finta casella “Sì, ho 13 anni” spuntata con lo stesso entusiasmo con cui si clicca “Accetta i cookie”.

La data è stata già decisa
E per evitare i soliti trucchetti, entra in gioco la tecnologia “seria”: controlli sull’identità, verifiche dell’età, sistemi gestiti dalle autorità competenti. Non si tratta solo di accesso, ma anche di tutela economica: i guadagni dei baby influencer andranno bloccati su conti riservati fino alla maggiore età. Niente più mamme-manager con il SUV comprato grazie ai reel del figlio di sei anni che recensisce merendine. Finalmente, aggiungiamo noi.
Una rivoluzione vera, non solo per i minori ma per l’intero ecosistema digitale. Dal 2026, crescere connessi significherà anche crescere protetti. Perché un social non è solo un passatempo, è un ambiente. E se offline non manderemmo mai un dodicenne da solo in un bar notturno, forse è il caso di rivedere anche chi lasciamo girare da solo nei meandri di internet.