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Aquilonia, verso la prima Accademia nazionale di design rurale

Quindici progetti per realizzare altrettante linee di prodotti di design rurale, che reinterpretino antiche sapienze contadine attraverso processi creativi, ed opere concettuali di riflessione sul territorio. È questo il risultato più evidente del workshop “Traduzioni” tenutosi ad Aquilonia, che proseguirà con la prototipazione e la realizzazione del primo catalogo di design rurale “e.colonia”. L’obiettivo finale del progetto, ideato dall’architetto Enzo Tenore di +tstudio e sostenuto dal GAL Cilsi, è la creazione nel borgo abbandonato di Aquilonia della prima Accademia di Design Rurale d’Italia. I cinquanta partecipanti provenienti da tutta Italia, coordinati da Enzo Tenore e Katia Fabbricatti, con la cura scientifica di Marco Petroni e la sapiente guida dei docenti di fama internazionale Bianco/Valente, Andrea Anastasio, Vittorio Venezia, hanno “ascoltato” e “tradotto” il territorio, interagendo fattivamente con gli artigiani del posto. Ispirati principalmente dalle suggestioni del Museo della Civiltà contadina di Aquilonia, il più articolato e meglio strutturato sul piano filologico che ci sia nel Sud Italia, i lavori del workshop si sono incentrati su “traduzioni” che hanno dato vita a sedute, ad attaccapanni ricavabili da antichi strumenti di lavoro in ferro, da vasi in ceramica (che coniugano la tradizione ultracentenaria di Calitri con nuove interpretazioni delle “cuciture”), a bisacce, ceste e cestini in ferro o plastica lavorati con il metodo antico dell’“intreccio”. Ed ancora utensili da cucina e nuove trafile per la pasta (dal “Senatore Cappelli”, cultivar di grano duro che ha nell’irpinia una terra di elezione), ma anche librerie modulabili che declinano in nuove sperimentazioni le antiche sapienza contadine usate per variare l’intensità di cottura. E poi cartoline che intrecciano storia e contemporaneità e rielaborazioni di antichi giochi, con una valenza che va ben oltre l’aspetto ludico. Il progetto e.colonia, da cui il workshop ha preso origine, si inserisce in un filone che non conosce crisi ma che fa addirittura da volano per l’economia del nostro Paese. Infatti, il valore trainante del settore “cultura” mostra tutte le sue potenzialità con l’effetto moltiplicatore pari a 1,67: ovvero per ogni euro tecnicamente investito o prodotto dalla cultura, se ne attivano altri 1,67 in settori differenti.

Redazione IrpiniaPost

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