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Aree interne, il ministro: ‘Ridurre il divario sanitario’

Parlare di ripopolamento è astrazione se la brace, cioè i borghi montani, si trasformano in cenere. Poi si può discutere di tutto, ma se non verrano predisposti i servizi basilari come la connessione la discussione non c’è, ci sarà solo cenere“. Lo ha detto un sindaco in un incontro sulla piattaforma zoom tra esperti di aree interne. E pare essere proprio la connessione uno degli elementi necessari perché qualcuno possa arrivare o tornare nei piccoli borghi all’indomani della pandemia o in vista dei cambiamenti inevitabili che questa produrrà.

Le parole dell’architetto Stefano Boeri su Repubblica, “Via dalle città…”, continuano ad alimentare confronti. Il dibattito è aperto e venerdì sera i protagonisti della strategia aree interne a più livelli si sono incontrati virtualmente in una videocall. E’ arrivato anche il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano. Che a dirla tutta ha solo preso atto delle tendenze che si registrano tra gli addetti ai lavori. Sperando che le tendenze degli addetti ai lavori siano anche quelle di un target molto più ampio.

Innanzitutto Provenzano ha giustamente ribadito l’esistenza di un divario che ormai è Interno-Esterno, Paese-Città. Non più Nord-Sud, non solo almeno. Ed ha aggiunto: “Questa non deve essere battaglia di resistenza e di retorica”. Invoca un nuovo “protagonismo democratico e culturale”. Ed invoca “politiche di riequilibrio e redistribuzione territoriale che superino gli steccati della politica”.

Passaggio importante, la sanità. “Non è vero che c’è una grande livella in questo periodo – ha detto il ministro -. I divari rischiano di allargarsi. L’ospedalocentrismo non serviva e lo abbiamo visto, quindi dobbiamo ripensare anche alla nostra offerta di servizi. Perciò è nata la Strategia nazionale aree interne. Non è nata per favorire lo stereotipo della vita di campagna ma ben altro“. E ha continuato: “Avrei voluto intraprendere il viaggio con Franco Armino per vedere alcuni luoghi dell’Italia interna, le buone pratiche che stanno nascendo dalla mobilità sostenibile alla telemedicina, le altre in embrione“.

 

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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