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Caldo e disservizi, sull’acqua è già polemica

Prima ondata di temperature oltre i trenta gradi e polemiche già roventi in Irpinia sul fronte acqua. È notizia delle ultime ore lo scontro a distanzatra il presidente di Alto Calore spa Michelangelo Ciarcia e la Filctem Cgil di Avellino.I sindacati bollano come una fake news la siccità cui il numero uno di Corso Europa fa riferimento per giustificare la necessità di ridurre il consumo di acqua. Intanto, come accade ormai da anni in provincia di Avellino, si registrano già le prime chiusure notturne. “La società Alto Calore spa comunica l’interruzione della fornitura idrica, per il centro urbano di Lioni, dalle 23.00 di oggi 15.06.2019 alle 06.30 di domani 16.06.2019“, si legge ad esempio sulla pagina Facebook del Comune di Lioni. IL COMUNICATO ALTO CALORE –“L’eccezionale ondata di calore delle ultime settimane sta determinando un consumo maggiore della risorsa idrica, causando la diminuzione dei livelli dei serbatori comunali. Pertanto, si fa appello alla sensibilità collettiva ad un uso parsimonioso dell’acqua nell’interesse generale. È quindi vietato, ad esempio, utilizzare le risorse idriche del pubblico acquedotto per l’annaffiatura di orti e giardini privati, l’irrigazione dei campi, il lavaggio dei veicoli in genere, il lavaggio di cortili e spazi privati, il riempimento di vasche e piscine private e, più in generale, per ogni utilizzo diverso dalle normali necessità domestiche e produttive. L’invito rivolto a tutti i cittadini è quindi quello di evitare ogni inutile spreco e collaborare con le Forze di Polizia del territorio, preposte alla notifica e al controllo”, così l’amministratore unico di Alto calore, Michelangelo Ciarcia. LA NOTA CGIL AVELLINO– “Tutti coloro che sostengono la tesi della crisi Idrica in Irpinia per l’effetto del caldo mentono sapendo di mentire. La nostra provincia, come noto a tutti, contiene uno dei bacini idrici più importanti del Mezzogiorno, quindiè impensabile parlare di crisi idrica, anche perché la matematica non è un’opinione. A fronte di una disponibilità complessiva emunta di oltre 70 milioni di metri cubi /anno, il consumo per i residenti irpini e beneventani dovrebbe essere pari a circa 40 milioni di metri cubi /anno (considerando una dotazione pro-capite di 250 l / abitante al giorno per i 433.248 abitanti serviti – fonte: sito ACS).Di conseguenza il surplus è di circa 30 milioni di metri cubi / anno, i quali vengono dispersi per la nota e grave situazione delle reti idriche, oltre che per le cosiddette “perdite amministrative”, ovvero consumi non rilevati e “non fatturati”. Come abbiamo più volte detto e ribadito, ACS non si salva solo con un prestito o un mutuo, ma soprattutto mettendo in campo, come prima azione propedeutica al rilancio dell’azienda, la tanto decantata riorganizzazione che, secondo il nostro punto di vista, deve mirare all’efficientamento complessivo delle attività. In particolare bisogna aumentare il numero dei tecnici operanti sul territorio (ricordiamo che attualmente, in alcuni casi, un solo operatore deve coprire fino a sei Comuni e che gli impianti di depurazione possono contare su un numero limitatissimo di operatori), istituire l’unità letturisti in modo permanente, così da tenere sotto controllo i contatori installati, dando agli utenti la percezione di una gestione efficiente e continua nel tempo.In considerazione dell’ormai nota situazione di crisi, è necessario attuare, così come previsto dal CCNL, la mobilità orizzontale dei dipendenti tenendo conto del più volte citato esubero in alcuni settori, prima di ricorrere a nuove assunzioni attraverso le agenzie interinali; in caso contrario, potrebbe apparire come una operazione speculativa. A fronte dei cospicui finanziamenti, già concessi dalla Regione nel 2017 e per quelli futuri, è fondamentale responsabilizzare il personale tecnico interno in merito alla redazione delle progettazioni necessarie a poter utilizzare detti finanziamenti regionali in tempi contenuti, anche in considerazione del fatto che tutti gliinterventi previsti sono mirati alla riduzione delle perdite, nonché all’efficientamento energetico degli impianti. La suddetta riorganizzazione, inoltre, potrebbe anche incidere sul contrasto alla morosità, aumentando il numero degli addetti al fine di migliorare l’introito delle riscossioni e limitare il ricorso a società esterne solo per casi particolari. Infine sarà opportuno valorizzare il personale altamente qualificato ed in possesso di comprovate competenze ed esperienza, prevedendo anche un programma di formazione e aggiornamento professionale continuo, ormai non più rinviabile in relazione alle innovazioni tecnologiche e gestionali, volte al processo di informatizzazione delle attività afferenti al servizio idrico integrato. La Filctem CGIL, unitamente ai propri iscritti, è disponibile a confrontarsi nel merito con i vertici aziendali, rispetto alle questioni qui sommariamente esposte, nell’interesse dei lavoratori, dei cittadini e dei Comuni soci i quali devono essere maggiormente coinvolti per assumere una concreta responsabilità anche sugli aspetti gestionali ed operativi dell’azienda che, inevitabilmente, incidono sulla vita quotidiana delle loro comunità. L’acqua è un bene universale, che va tutelato perché senza di essa non c’è vita”. comments

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