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Calitri, Di Maio e Toglia: ‘Più territorio a scuola’

Una lettera aperta da Calitri perchiedere alle scuole di destinare una parte dell’orario scolastico ad attività legate al territorio, il cosiddetto curricolo locale. E’ l’iniziativa diAngela Toglia per la rivista “Il calitrano” e il Centro studi calitrani, controfirmata dal sindaco Michele di Maio.“Chiediamo alle amministrazioni locali e alle Comunità montane dell’Irpina e delle regioni confinanti i cui giovani frequentano le nostre scuole di pretendere, in collaborazione con studenti e famiglie, che la scuola (dall’infanzia alla secondaria di secondo grado), valorizzando il pluralismo culturale e territoriale, concorra a contrastare il depauperamento del territorio e il connesso spopolamento”,scrivono. La scuola come mezzo per combattere lo spopolamento, proprio quella scuola sulla quale si notano maggiormente di anno in anno gli effetti dello spopolamento. Classi ridotte, pluriclassi, tagli alle dirigenze scolastiche. Nella missiva calitrana si mette in evidenza come“l’articolo 8 del D.P.R. 275/1999 assegna alle scuole la possibilità di determinare una quota del curricolo obbligatorio al fine di valorizzare il pluralismo culturale e territoriale, rispondere in modo adeguato alle diverse esigenze formative degli alunni, che si determinano e si manifestano nel rapporto con il proprio contesto di vita, e tenere conto delle esigenze e delle richieste delle famiglie, degli enti locali e, in generale, dei contesti sociali, culturali ed economici del territorio di appartenenza delle singole scuole”. La richiesta quindi di“destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente diriappropriarsi delle proprie radici localirispetto ad una società globalizzata che sempre più tende a farle dimenticare; specie nelle nostre zone, quelle interne a torto dichiarate ‘dell’osso’, ossia quasi senza storia, senza civiltà, senza arte, senza filosofia, in pratica senza cultura”. Per Toglia e Di Maio la“mancata conoscenza della sua identità storicamente, geograficamente e culturalmente determinata fa sentire lo studente un essere larvale, ancora informe, forma che potrà ricevere soltanto spostandosi, allontanandosi dai luoghi di origine. E ciò noi lo avversiamo e contestiamo come falso storico. Da qui questainiziativa tesa a supportare gli studenti nel loro rapporto con il proprio contesto di vita,elaborando attraverso la scuola proposte formative che lo rendano consapevole e partecipe del suo contesto, capace di coglierne le ricchezze culturali e di individuare le opportunità per realizzare se stesso. Conoscere, riconoscere, ricostruire e valorizzare il proprio patrimonio culturale infatti può condurre ad apprezzare la propria storia (personale, familiare, sociale) per essere così aperti alla conoscenza di quella degli altri, senza scomparire (anche dialettalmente inteso come sfigurare) nel globale e di fronte al globale”. comments

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