Il sacro e il profano nelle stesso luogo, la devozione e il folkore, gli interrogativi sul confine tra le due sfere: così labili da rendere difficile la comprensione di un evento che da avanti da quindici anni e ogni 2 febbraio al santuario di Montevergine è motivo di festa, di preghiera, è messaggio di tolleranza e rispetto delle diversità.
La Candelora anche quest’anno ha portato ai piedi della Madonna di Montevergine tantissimi femminielli, ma non soltanto loro. Diverse le famiglie, gli anziani, i giovani che hanno popolato il sagrato del santuario diventato uno dei simboli delle lotte per i diritti civili della comunità Lgbt. Con loro la madrina dell’evento, Vladimir Luxuria, e le paranze tra cui quella storica di Marcello Colasurdo, tamburi e tammorre.
Da Ospedaletto navette per consentire a tutti di partecipare alla festa. Nel piccolo comune alle pendici di Montevergine un grande messaggio di accoglienza: dopo l’inaugurazione della casa rifugio Antonella Russo, del primo bagno no gender, la cittadinanza onoraria a una coppia gay, oggi è stata scoperta la targa che testimonia che Ospedaletto è contro la omotransfobia e la violenza di genere. Sul posto anche Enrico Lucci e le telecamere di Nemo (Rai Due).
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