Ci lamentavamo delle chiusure, ora anche delle aperture

La mattinata di ieri all’ospedale “Criscuoli-Frieri” di Sant’Angelo dei Lombardi consegna sensazioni contrastanti al confine col caos e il paradosso. Accanto all’apertura di un servizio, il centro per l’autismo diurno per 30 adolescenti e adulti, spuntano una serie di interrogativi anche da parte di addetti ai lavori e opinione pubblica. Si apre un centro autismo ma la terapia intensiva dov’è? Si apre Sant’Angelo ma il centro di Avellino perché non apre? Il centro autismo in un ospedale è un insulto alle famiglie di ragazze e ragazzi autistici!

Queste alcune delle critiche emerse e che stanno emergendo. La città, Avellino, protesta. L’Alta Irpinia non esulta. Alcune delle domande, la seconda nello specifico, rimanda ai meme e alla campagne “E allora i Marò? E allora il Pd? E allora Bibbiano?”. Quella pratica, in voga negli ultimi anni, di confondere i piani per portare avanti una tesi ad ogni costo. O forse benaltrismo: l’atteggiamento di chi nasconde un problema (in questo caso un’opportunità innegabile) sostenendo che ce ve siano altri ancora più gravi da affrontare.

Sulla terapia intensiva a Sant’Angelo, ci spiace dirlo, è in corso una specie di sogno collettivo che vede le autorità sanitarie in possesso di bacchetta magica in grado di far spuntare gli anestesisti. E’ chiaro da un bel po’ di mesi che gli anestesisti non siano reperibili. E’ noto da un bel po’ di settimane che i locali destinati alla rianimazione siano occupati dal centro vaccinale che resterà in funzione, ahinoi, per tutto il 2021. L’enorme errore di fondo è stato commesso da Asl e Regione nel 2020, quando con estrema leggerezza si annunciarono quei posti letto all’alba della pandemia. E si annunciarono come cosa fatta, forse per tranquillizzare i cittadini assaliti dal terrore del virus. Da allora qualcosa si è inceppato, non solo a Sant’Angelo ma forse in un circondario chiamato Europa, e di questo la gente dovrà prenderne atto. Esattamente come ha fatto il direttore sanitario Salvatore Frullone, che in estrema sintesi pare dire quello che andrebbe ribadito con estrema chiarezza. Per adesso non se parla. Ma questo, e torniamo al punto di partenza, che c’entra con gli spazi per l’autismo? Solo un complottista può pensare a una compensazione, visto che si lavora per questa struttura da 5 anni.

Ma ad Avellino attendono da 20 anni un centro per l’autismo!!! Dispiace, ma ancora una volta questo che c’entra con Sant’Angelo dei Lombardi? Non vivono anche qui le persone con disturbo dello spettro autistico? Le famiglie di Sant’Angelo, Lioni, Nusco, Bisaccia, Torella e via dicendo devono continuare a recarsi fuori provincia perché la struttura di Valle, ad Avellino, resta chiusa? E’ una situazione curiosa perché anche dall’Alta Irpinia molti appaiono critici. Insomma, qui dall’Alta Irpinia eravamo abituati a lamentarci delle chiusure (ospedali, tribunali, uffici, servizi vari) salvo poi scoprire che pure le aperture siano profondamente sbagliate. Problema di scollamento città-provincia, altro che comunità irpina! Ma anche problema di un’Alta Irpinia divisa in mille pezzi da tempo, appiattita e insoddisfatta prima per i tagli e poi per le promesse mancate. Ma colpevole pure di non indignarsi quando servirebbe davvero. E poi è come se, abituati a percorrere anche 80 chilometri tra ponti in costruzione e cantieri per un semplice certificato penale, fossimo assuefatti al pendolarismo tanto da non credere che un servizio possa esistere tra queste montagne e queste colline.

L’ultima questione, quella di un centro per l’autismo in un nosocomio, è senza dubbio la più delicata, ripresa tra gli altri dal segretario della Cgil irpina Franco Fiordellisi. Negli anni le critiche alla logistica del centro sono state tante, molte delle quali legittime e circostanziate, e su questo aspetto proprio non ce la sentiamo di esprimere opinioni. Abbiamo visto i locali e sembrerebbero adeguati, ma siamo pronti a ricrederci. Chi scrive ha ascoltato ieri per Il Mattino la rappresentante di un’associazione di Montella, madre di ragazzo autistico, felice per l’apertura che senza pregiudizi dice in sostanza “Vedremo. Non è il luogo ma l’equipe la cosa più importante”. Vedremo. Ci pare un approccio corretto – senza pregiudizi, con la giusta dose di speranze e dubbi – soprattutto se arriva da una donna che conosce benissimo le criticità.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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