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Comitato Acqua bene comune: ‘Il presidente Bruno ha cambiato idea, perché?’

Riceviamo e pubblichiamo la nota del Comitato Acqua Bene Comune Aspettando Godot: Con meraviglia apprendiamo comeil Presidente dell’Unione Industriali Pino Bruno oggi affermi che “Acqua e rifiuti, invece, sono una grande opportunità per l’Irpinia, ma ci si dovrebbe sedere a un tavolo e decidere di aprire al privato”.Un’affermazione che, oltre a porre su analogo piano la salvaguardia di una risorsa primaria e la gestione di uno scarto domestico e industriale, prospetta un’idea ed una visione opposta e contraria a quanto lo stesso Presidente rappresentò attraverso una sua nota in occasione dell’incontro tenuto al Godot Art Bistrot il 20 dicembre 2018 per definire l’intervento all’assemblea dell’Alto Calore del 21/12/18.In quella occasione e con grande forza letterale il Presidente Bruno affermò che“…l’acqua è un bene pubblico primario e prezioso quindi non va svenduto e nè sprecato… “, che “ … sia possibile un rilancio dell’ente, mantenendo un azionariato pubblico al 100%” e che “E’ assurdo immaginare un’azienda che avendo da una parte materia prima e dall’altra una quota di mercato ampia e garantita, si debba regalare il nostro oro blu ad azionisti terzi e non pubblici”. “Si è ancora in tempo a dare una svolta prima di regalare il nostro tesoro! L’acqua è un brand del nostro territorio ed un asset che va ben oltre: turismo, ecc.ecc.”Tutto questo trova inspiegabile e pericolosa smentita nella sue stesse parole. Una ritrattazione che non vorremmo fosse piegata a nuovi interessi emergenti, magari proprio negli ambiti di categoria dove si apprestano a sedere in rappresentanza imprenditori di quel ramo accostato in premessa.Noi al contrario continuiamo a pensare che sia “assurdo che la risorsa acqua, ed essendo l’Irpinia il bacino Idrografico fra i primari in Europa, sia costretta a soccombere a speculazioni”. Esattamente come affermò a suo tempo il Presidente Bruno. Invero è dimostrato che l’ affidamento del servizio idrico a privati in altre zone della Campania, non ha portato a nessun investimento da parte loro nè tantomeno al miglioramento del servizio stesso, ma solo ad un aumento delle tariffe. Riteniamo che la classe imprenditoriale della nostra Provincia ed ancor di più le associazioni culturali tutte e gli organismi di categoria debbano unirsi per fare fronte comune nella difesa della gestione pubblica dell’acqua. In coerenza con il risultato “Referendario 2011” ed i principi dell’enciclica “Laudato si”. Debbano unirsi nel richiedere che i fondi del recovery fund siano impegnati anche per il rifacimento delle reti idriche e di ogni infrastruttura idrica a difesa del nostro bacino idrografico e nello scongiurare un accorpamento in unico gestore di tutte le regioni meridionali, cosa che allontanerebbe dai cittadini le scelte e ridurrebbe la democrazia sul tema invece necessaria.

Redazione IrpiniaPost

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