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Conza della Campania, quella “maledetta” civetta

“Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!” Così recitava un manifesto della Democrazia cristiana nel 1948. Dietro l’invito al voto, si celava una grande verità: l’imponderabilità dell’urna elettorale. Domenica si è votato in 21 Comuni della provincia di Avellino. In uno di questi, a Conza della Campania, l’imponderabile ha preso il sopravvento più che altrove.

E’ accaduto infatti che il neo sindaco Luigi Ciccone abbia vinto con soli tre voti di scarto. Nulla di sconvolgente in un sistema maggioritario. “E’ stato un confronto serrato fino all’ultimo, anche stancante perché per la proclamazione abbiamo dovuto attendere le quattro – racconta il primo cittadino – Il risultato è stato determinato dalle ultime 20 schede e alla fine abbiamo prevalso per tre preferenze. Uno scarto davvero minimo”.

A guardare bene però i numeri si nota che, a determinare lo scarto tra la lista di Ciccone e quella di Imbriani (arrivato secondo), sono stati sei voti andati alla “civetta” presentata proprio da Imbriani. Una scelta fatta per tutelarsi dall’eventualità in cui gli avversari dichiarati non fossero riusciti a presentare una loro lista. Beh, quei sei voti guadagnati dalla civetta avrebbero consentito a Imbriani di pareggiare e capovolgere il risultato.

“E’ molto probabile che quelle preferenze fossero di persone vicine al mio avversario – commenta Ciccone – ma non mi sento di escludere che possano essere di nostri elettori, che hanno semplicemente sbagliato a votare. Ad ogni modo, il paese esce diviso esattamente a metà: un 50% è con noi, l’altro con Imbriani. Ma converrà con me che è meglio una vittoria striminzita che una sconfitta“. 

Frutto di un errore o di superficialità da parte di chi pensava di avere una facile vittoria tra le mani, quei sei voti sono entrati nella storia della comunità di Conza. Ma il sindaco guarda già avanti: “E’ stata una campagna elettorale molto cattiva, si è scesi in basso con attacchi brutti alla mia persona. Adesso però dobbiamo subito metterci al lavoro: insediare Consiglio e Giunta, iniziare a fare una verifica puntuale del quadro economico, prendere le carte in mano. La situazione è complessa: dovremo intervenire su tante cose, dalle strade rurali alla rete acquedottistica passando per il verde pubblico. E poi i finanziamenti per le aree turistiche”. 

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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