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Coronavirus e terapia intensiva, il punto in Campania

Anche in Campania si parla tanto diterapia intensiva e posti letto in malattie infettivein questi giorni di emergenza coronavirus. Vediamo allora qualche dato. Dal censimento dei posti realizzato dalla task force regionale, risultano disponibili 156 unità di degenza di pneumologia, 206 posti nei reparti di malattie infettive ad alto isolamento, tre dedicati a pazienti detenuti, 272 unità di rianimazione in strutture pubbliche, ulteriori 72 posti nel privato e 10 unità intensive negli ospedali religiosi. Ovviamente sono disponibilità che devono servire per tutte le necessità, non soltanto per i pazienti affetti da covid-19. LaRegione Campania sta ideando il piano Bda utilizzare nel caso la situazione coronavirus dovesse degenerare. Prevede la creazione di nuovi posti di terapia intensiva nelle tensostrutture della Protezione civile e negli ospedali militari. Ma c’è il nodo personale che, in una regione appena uscita dopo 10 anni dal commissariamento della sanità, non è questione di poco conto. Commissariamento ha significato blocco delle assunzioni e dei concorsi, ripartiti solo di recente. Mancano anestesisti e rianimatori, problema pure nazionale. Potrebbero rientrare in servizio per tre o sei mesi i medici andati in pensione. Più difficile possano essere utilizzati gli specializzandi, per la mancanza di esperienza. Non sono tantissimi gli infermieri. E lo saranno sempre meno ogni volta che la gestione errata dei sintomi o un comportamento dissennato metterà fuoriuso un reparto o un pronto soccorso.Come successo ad Ariano Irpino dove adesso la Procura di Benevento ha aperto un’indagine. Al momento sono 78 i casi positivi in Campaniae, sempre al momento, sono una ventina quelli ricoverati in strutture ospedaliere. Due di loro sono di Ariano Irpino, ricoverati entrambi all’ospedale “Moscati”. Il resto si trova a casa. L’obiettivo di tutte le misure adottate finora, a livello governativo e dalla stessa Regione Campania, è contenere i contagi in vista del picco influenzale previsto dagli esperti a fine marzo. Perché se i posti letto “speciali” finiscono, il sistema va in tilt e non tutti i cittadini potranno essere curati allo stesso modo. L’ultimo provvedimento vorrebbe estendere la zona rossa.Con la speranza che si possa così arginare il fenomeno dei rientri al Sud che in queste due settimane ha favorito il contagio al di là degli iniziali focolai. Anche se la bozza di decreto circolata sin dal pomeriggio di sabato ha generato crisi di panico e innescato proprio quelle partenze a catena che avrebbe dovuto fermare. comments

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