Francesco Estatico, il 22enne di Avella diretto verso il conflitto ucraino, si è probabilmente trovato in un teatro di guerra molto più grande di lui. Del restoavrebbe scelto la strada più difficile per raggiungere le milizie filorussenel Donbass: l’Ucraina. Non la migliore delle idee. Di solito chi va a combattere coi russi passa per la Russia. Come si ci arriva? Abbastanza semplice, c’è internet. Uno dei canali privilegiati dai combattenti-mercenari è VKontakte, un social network in lingua russa. Parliamo ovviamente di ragazzi inesperti come Francesco, che ha un passaporto nuovo di zecca. Per i contractor, quelli assoldati da compagnie private per le guerre o per difendere potenti milionari, è tutta un’altra storia. Magari l’approccio passa sempre per il web, ma persone che hanno già un’ottima dimestichezza con le armi (ex militari, guardie del corpo per esempio) vengono addestrati in giro per il mondo prima di finire a combattere le guerre degli altri. Se arrivi in Russia solo con la buona volontà, per lottare contro Kiev o a difesa dei russofoni in Donbass (questione di punti di vista), l’addestramento è decisamente meno professionale. Ma perché andare nel Donbass a combattere una guerra? Non c’è una motivazione strettamente economica per ragazzi come Francesco. Non nel breve termine almeno. Con 300-400 euro al mese non torni ad Avella con il portafoglio pieno. Però in molti c’è la speranza di restare. Magari di restare al soldo di qualche potente. Ideologia? Difficile, i confini sono labili. Inesistenti. In ogni caso in un solo battaglione filorusso si contavano ben 85 italiani. Nessuno sul fronte ucraino. Questo non significa che Kiev rinunci a schierare mercenari. Nello scenario tragico del Donbass si continuano pure vecchie guerre. Così puoi trovare serbi e croati di nuovo gli uni contro gli altri. I primi coi russi, i secondi con gli ucraini. Ceceni musulmani contro Mosca, ceceni fedeli al leader Kadyrov contro Kiev. E naturalmente mercenari da tutto il mondo. Dall’Europa al Sud America. Francesco Estatico è arrivato a un passo da questo scenario, fermato in territorio ucraino dai regolari di Kiev. E’ ufficialmente il secondo irpino ad avvicinarsi al conflitto. Adesso, tra notizie che si inseguono, i familiari e gli amici vogliono solo che venga trovato.
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