Siamo sinceri, di convegni su vino e turismo se ne organizzano a decine. Ed il convegno, nella stragrande maggioranza dei casi, non sarà mai il modo giusto per avviare rivoluzioni positive per il territorio. Poi a Castelfranci capita, e non per caso, di trovareBenedetto De Pizzol.Lui è coordinatore per il Veneto dell’Associazione città del Vino. In un certo senso uno dei protagonisti del miracolo del riconoscimento Unesco per le colline del Prosecco. Che poi miracolo non è. E’ pianificazione, marketing, cura del territorio e tanto altro.Così Castelfranci e altri comuni studiano il modelloe lo fanno all’interno del progettoBiowine, messo a punto dalla Regione Campania anche per “importare” quelle pratiche che rendono un territorio attrattivo, vincente. Attenzione però, non stiamo parlando solo di qualità del vino (quella non manca in Irpinia). Ma di vino e territorio, connubio che non si raggiunge con un convegno né con cento convegni. Non in un anno né in cinque anni. Significa lavorare ogni giorno con un’azione congiunta di pubblico e privato. Di mettersi in testa l’imperativo “noi dobbiamo essere terra del vino in tutte le sue sfaccettature“. Alla Festa dell’Aglianico di Castelfranci, Pizzol è stato realista. Non certo la recita “qui avete un territorio straordinario, un vino straordinario, voi siete il top del top“. “Il modello Conegliano non è tout court –dice invece dopo la degustazione in contrada Vallicelli-. Non necessariamente quello che è stato fatto in Veneto va bene anche qui. A noi però ci è stato chiesto di mutuare la nostra esperienza. Tutto ciò che è stato fatto tra Conegliano e Valdobbiadene è stata una stampella importante per il dossier di candidatura Unesco. Abbiamo lavorato tanto sullo strumento amministrativo che è quello dellapulizia rurale, dove sono inserite tutte le norme sul governo del territorio. Anche e soprattutto quelle sul paesaggio rurale. Questa parte specifica è stata ripresa dal gruppo tecnico regionale che ha redatto il dossier per la candidatura Unesco. Questa normativa dovrà diventata disciplinare“. E l’Irpinia?“La biodiversità viticola e vinicola ce la invidia il mondo intero. Questa regione è particolare, ma bisogna ragionare in prospettiva. Il territorio irpino si presta a vari discorsi, per quanto riguarda il vino ma non solo. E’ il bello dell’Italia ma bisogna essere bravi a valorizzare il territorio ed è quello che potreste fare. Il progetto Biowine è uno strumento, noi ci siamo“. comments
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