Sicuramente questa storia la racconteremo male. Qui infatti non siamo abituati a parlare di avventure imprenditoriali che nascono, soprattutto quando un imprenditore ci mette soldi propri e non vuole sentir parlare di aiuti dal Pubblico. Lui si chiamaDavide Maraffinoe ha 57 anni. Lavora a Varese e gira il mondo per Emmetec, di cui è amministratore. Settore automotive. Vuole spendere milioni di euro a Sant’Andrea di Conza, per il momento ha già spesi più di duecentomila per acquisire due capannoni, terreni e per abbellire il paese. Cosa c’entra l’ultimo punto? Noi l’abbiamo detto, non siamo abituati. Qui negli anni sono state raccontate chiusure. Ospedali, tribunali, uffici, fabbriche, progetti culturali. E quando arriva uno che parla di siti produttivi e bellezza del paese permetterete un po’ di stupore. Il concetto da cui parte Maraffino è particolare. “Io voglio investire nel mio paese d’origine, ma voglio vedere un paese bello, pulito e accogliente. Se ora mi chiedete quanti posti di lavoro potrò fa nascere siete un po’ fuori strada. Sono categorie mentali vecchie. Io voglio coinvolgere i ragazzi di Sant’Andrea nella mia nuova avventura, che sogno da anni. Questo non significa che non verranno pagati, anzi. Significa che vorrei al mio fianco persone che tengono al lavoro e al benessere di tutta la comunità.Sogno un paese di gente sorridente e felice“. Insieme al sindaco Gerardo D’Angola, a Pasquale e ad Antonietta, andiamo con Maraffino a vedere questi stabilimenti appena acquistati. Si trovano in un’area industriale nata già morta. “Vent’anni fa fu impiantata, i capannoni non sono mai stati utilizzati”, dice il primo cittadino. “Più o meno la storia di sempre”. A vederli sono messi malocchio, anzi male. Amianto ovunque, ma le strutture sono solide. “Ho calcolato tutto – fa sapere Maraffino -. Uno lo rimetto a posto con due milioni di euro smaltimento compreso”. E vabbè, noi continuiamo a essere sorpresi ma l’imprenditore non si scompone. Fa un espressione che dice “non sono un pazzo, al limite sono un visionario”. E allora spiega il suo progetto. Un punto di logistica e servizi per l’automotive. Un altro per l’agroalimentare a beneficio di imprese e produttori della nostra zona. E un centro studi. “Che sarà un punto di incontro sociale”. Su quest’ultimo aspetto il Maraffino si sofferma parecchio. “E’ anche per questo che voglio un paese bello. Io qui ho intenzione di creare un luogo di cultura in senso lato. Far incontrare persone del luogo, imprenditori, famiglie di lavoratori anche di fuori”. L’Amministrazione accoglie di buon grado, ovviamente. Però D’Angola non nasconde la soddisfazione per aver contribuito, per la parte che riguarda il Comune, a far nascere questa avventura. Se comunque siete arrivati fin qui leggetela lettera che l’imprenditore ha scritto per la cittadinanza. Forse sarà tutto più chiaro. O forse no ma non importa. Maraffino ora ci ha messo la faccia e non sembra tipo da tirarsi indietro. comments
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