Summit dei venticinque sindaci del Progetto Pilota dell’Alta Irpinia. Riunione necessaria dopo le polemiche delle settimane scorse, a Nusco arriva anche il Consigliere del Governo sulla Strategia Aree Interne, Enrico Borghi. Il presidenteCiriaco De Mitaè il primo a prendere la parola. Il suo concetto chiave sarà “I sindaci possono solo proporre, sono i funzionari che devono mettere in pratica la strategia“. Ma il pensiero del leader di Nusco passa anche attraverso una durissima controreplica nei confronti dei sette sindaci “dissidenti”: Repole, Capone, Mariani, Fiorillo, Di Cicilia, Cappiello, Di Maio. Gli ultimi tre erano assenti, “giustificati” secondo Rosanna Repole che si farà portavoce insieme ai primi. De Mita esordisce così:“Questa riunione è stata anticipata da circostanze confliggenti. Io ho registrato la complessità della vicenda e oggi avrei fatto una riflessione più complessa. Ma oggi abbiamo la fortuna di avere esponenti importanti”. Al tavolo ci sono i funzionari regionali Domenico Liotto e la dottoressa Falciatore, oltre a Borghi. “L’inizio del progetto si reggeva sul niente e se misuriamo le cifre stanziate è nulla più un brindisi tra amici – prosegue il sindaco di Nusco -. La struttura poi non è funzionale al territorio per risolvere i problemi. Il contenuto della nostra richiesta è quindi vago, indeterminato e inconcludente”. Lo è per natura, lascia intendere De Mita. “Il testo è stato approvato nel marzo scorso e poi aggiustato. È approvato da noi e da Roma, quindi è definito. Chi fa la domanda di riportarlo nei Comuni ignora che questa – dice sull’assemblea del Progetto – è un’associazione tra comuni. Quindi – aggiunge – l’idea della decisione ancora una volta approvata dai Comuni non ha fondamento. Poi – si rivolge ai dissidenti e allafamosa lettera– vi permettete di ricordare le schede, chiedete che tutto sia discusso. Ma a me pare che solo la proposta di Calitri sia virtuosa per voi – spiega con sarcasmo -. Il sindaco Michele Di Maio parla senza fondamento e meriterebbe risposte più severe. Ignora per esempio che l’azienda forestale (uno dei punti cardine del Progetto, ndr) è la risposta di conservazione ambientale al massimo livello”. Sulla sede:“Scegliemmo Calitri perché zona baricentrica, ma il locale non era accogliente e poi il sindaco non ha mai partecipato ai lavori e ha sempre mandato un rappresentante che, devo dire, è stato anche collaborativo. I sette sindaci fanno riferimento all’ambiente? Ce ne siamo occupati, mi pare. La sede è Calitri ma perché Nusco? Avevo difficoltà a muovermi, sono stato infortunato per cinque mesi. Fare questo rilievi – continua – non salva lo stile dei rapporti. Le osservazioni sono pretestuose. Le decisioni mai messe a verbale? Le riunioni dei sindaci erano pensieri che si svolgevano, non avevano forza di legge. Nella strategia approvata a marzo la Repole annunciò inoltre il suo consenso sulla proposta. Insinuare ora rilievi sulla gestione è una cosa immorale. Questa struttura – parla dell’assemblea – ha la possibilità di proporre. Ma la gestione è di Invitalia e ci affidiamo alla benevolenza della Regione per i fondi”. De Mita non nomina mai il Governo e i livelli romani, Borghi è accanto a lui e interverrà dopo. In ogni caso l’arringa del presidente non è finita: “Chiedere che l’assemblea sia anche organo di controllo è allo stesso modo mancanza di stile”. A seguito De Mita passa ad elencare i problemi per le comunità. “E’ difficile il problema delle strade, me ne rendo conto. Credo che l’Alta Irpinia non abbia un sistema di comunicazione funzionale alle comunità. Collegare i paesi è un’urgenza, le risorse necessarie sono più di quelle che la dottoressa Falciatore ha previsto. Ma a voi dico che possiamo disegnare un percorso. Quest’anno affrontiamo il problema della strada Monteverde-Lacedonia e poi vediamo il resto. La parte più delicata è quella della scuola, qui non abbiamo ancora concluso pur discutendone. Ma noi non possiamo organizzarci fuori dalla logica. Vorremmo innovare conservando scuole primarie in tutti i comuni. Puntiamo a far crescere popolazione. In ogni caso sulla parte della scuola potremmo soffermarci di più e sperimentare senza la pretesa di aver concluso.Invece sulla banda larga possiamo solo chiedere, se le condizioni generali lo rendono possibile. Forse questo aspetto è più importante del trasporto”, chiude sul punto l’ex premier. E continua su altre questioni: “Il distretto culturale? Metterlo insieme e ordinarlo, ecco l’esigenza! Ho chiesto informazioni al direttore della Reggia di Caserta, persona di grande cultura che penso ci possa dare una mano. Senza dimenticare la valorizzazione del Cervialto e la stazione sciistica. Penso che occorra organizzare attività perché la montagna sia attrattiva tutto l’anno”. A seguire cita la Mefite, altro luogo potenzialmente attrattivo. “Non vedo altre iniziative strutturali ad oggi”. Riferito a Invitalia dice: “Dovrebbe prepararci un meccanismo amministrativo più semplice”.E la chiusura che suona come un ammonimento: “Non mi pare che altre cose siano in discussione. L’esperienza del Progetto Pilota era iniziata con scarsa condivisione, proseguita meglio ma ora il pensiero è possibile se c’è il dialogo. Siamo andati avanti senza strutture e forse è stato meglio così. Ma chi non ha il pensiero non dovrebbe parlare. Quando ci si abbandona alla logorrea non è simpatico. Le schede che chiedete? – indicando ancora i dissidenti -. Le abbiamo discusse. La progettazione non spetta a noi, fatevene una ragione. A noi spettava pensare, i sindaci hanno compiti propositivi. Ma inciuci e ingiurie finiscano. O finiscono o li faccio finire io.Non posso subire il dileggio degli sprovveduti. Sarebbe opportuno che uno prima di parlare ci pensi. Questo è quello che avevo da dire”. comments
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