Depurazione, piano per salvare il Cgs e la Lega interroga Di Maio

Un’intesa con i sindacati  per il rilancio del Cgs. L’Asi ha presentato ieri un piano di rilancio della partecipata che si occupa di depurazione, che rischia il fallimento per i troppi debiti accumulati. La proposta, sottoposta alle organizzazioni sindacali, prevede la creazione di due soggetti: una società con undici addetti che dovrebbero occuparsi della manutenzione ordinaria, e un’altra da circa sessanta dipendenti ai quali affidare in particolare le attività di depurazione.

Intanto, lo scorso 3 luglio il senatore Claudio Barbaro della Lega aveva presentato attraverso il Movimento Nazionale per la Sovranità irpino, un’interrogazione parlamentare al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio sulla vicenda dei lavoratori CGS.

 

Si legge nell’atto di sindacato ispettivo: “Il Consorzio gestione servizi scarl (CGS scarl) è una società partecipata al 100 per cento dal consorzio ASI di Avellino e svolge per suo conto attività di servizi alle aziende insediate sulle aree di crisi industriale complessa (San Mango sul Calore, Porrara, Nusco, Morra De Sanctis, Conza della Campania, Calitri, Calaggio e Calabritto), nonché in quelle di Pianodardine, valle Ufita, Solofra e valle Caudina; attualmente la società ha 74 lavoratori dipendenti; il contratto che regola i rapporti tra ASI e la sua controllata sono regolamentati da una convenzione che negli anni, e più specificatamente nel 2011, ha visto da parte dell’ASI stessa,una riduzione del 50 per cento del compenso previsto, passando dai 225.000 euro mensili del 2008 agli attuali 110.000 euro; tale condizione, che sembrerebbe essere stata dettata dalla necessità di evitare il commissariamento del consorzio ASI, ha causato nel tempo, inequivocabilmente, una crisi aziendale, provocando il ricorso agli ammortizzatori sociali quali il contratto di solidarietà a partire dal 2009; negli anni il CGS si è adoperato ad effettuare, anche, il trattamento di rifiuti liquidi non pericolosi al fine di incrementare il fatturato aziendale e per ottimizzare il funzionamento degli impianti; nonostante ciò e nonostante il contributo per il tramite dell’ammortizzatore sociale, l’azienda non è riuscita ad uscire dalla crisi; tale situazione ha comportato anche un aggravio dei tempi di pagamento dei lavoratori, che già percepivano le loro spettanze in maniera non puntuale, nell’ordine di 2 o 3 mensilità arretrate; in seguito ai vari incontri con la dirigenza ASI-CGS non si è riusciti a trovare una soluzione che dia un futuro ai 74 lavoratori; ai fini di una definitiva risoluzione della problematica si potrebbe valutare l’opportunità di assorbimento nell’ATO Calore Irpino, tanto delle mansioni quanto delle maestranze del CGSsi chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione descritta e quali iniziative voglia adottare per una sua risoluzione, al fine di garantire un servizio efficiente di salvaguardia ambientale e una tutela salariale ai lavoratori”. 

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